UE, IL PROBLEMA NON È (SOLO) ORBAN

UE, IL PROBLEMA NON È (SOLO) ORBAN

– Si allarga l’impatto politico del Coronavirus. Per noi europei è l’ora dell’Ungheria, con Viktor Orban che si è preso i pieni poteri e chissà se e quando li mollerà. Cacciarlo dalla Ue? Rassegnatevi. In pratica è impossibile. Certo, c’è l’articolo 7 del Trattato di Amsterdam per sanzionare i Paesi che violino i valori comunitari. Ma le sanzioni non sono chiare. E per arrivare alla sospensione del tale Paese in sede Ue occorre l’unanimità dei voti, che non si avrà mai. La Polonia, per dire, che ha appena cambiato la legge elettorale per tenere le presidenziali, virus o no, e quindi favorire l’attuale regime, non voterà mai contro l’Ungheria. Comunque: UK se n’è andato, l’Ungheria fa braccino, la Polonia è lì lì. Curioso, no? Alla fin fine, tre dei Paesi che più hanno tratto vantaggio dalla Ue. Oltre a esecrare, dovremmo riflettere su che maledizione sia stato l’allargamento ai dieci Paesi dell’Est del 2004. Un grande favore agli Usa, per erodere l’area di influenza della Russia, ma l’inizio del suicidio europeo. Non a caso i tre Paesi citati sono anche tra i più atlantisti al mondo. E c’è da immaginarsi le risate che si fecero quei marpioni di Washington quando videro sbarcare a Bruxelles il manipolo dei loro vassalli. Due in uno: una botta alla Russia e un bel baco nei gangli vitali della Ue, potenziale concorrente politico ed economico.