FRIDA KAHLO, ZACCHEO, PETALOSO E IL SICOMORO
Tu mi piovi – Io ti cielo.Tu la finezza, l’infanzia,la vita – amore mio – bambino – vecchiomadre e centro – azzurro – tenerezza.…Io ti porgoil mio universo e tu mi vivi. Come brezza leggera e frescae zefiri e caldi scirocchitu ventavi la mia animaed io mi erbavosotto di te. Ma sentivo il sacerdote, che dopo aver parlato della diatriba Ognissanti-Halloween, ha parlato del Vangelo di domenica prossima, di Zaccheo e del Sicomoro ed allora prima di dire le mie cose, quelle che avevo preparato, ho trasformato il racconto evangelico in un racconto più terreno trasportandolo ai nostri giorni. L’Umanità in questo periodo ha un statura bassa,come quella di Zaccheo, una bassezza non solo fisica, ma etica e morale. Si dibatte nella folla che assomiglia a zolle aride e a fango, e non riesce scorgere oltre. Pochi sono quelli che hanno un sicomoro nelle vicinanze. Ho augurato a tutti gli uomini di averne uno e di scalarlo fino alla cima. Ho augurato a tutti di ergersi sopra questa barbarie incombente, questo oscurantismo dell’anima. Che tutti possiamo divenire Zaccheo.
