SCANDALO TAV. LA LORENZETTI SI DICE ESTRANEA ALLE ACCUSE.

SCANDALO TAV. LA LORENZETTI SI DICE ESTRANEA ALLE ACCUSE.

Maria Rita Lorenzetti: “ Sono totalmente estranea alle accuse”. Le indagini della Forestale iniziate nel 2010 sulla questione TAV di Firenze (il tunnel di alta velocità, doppia galleria di circa 6 chilometri), che già all’epoca fecero emergere un massiccio traffico di rifiuti speciali smaltiti illegalmente, stanno portando alla ribalta, tra i 31 indagati, nomi illustri, uno su tutti: Maria Rita Lorenzetti del Pd. Ex presidente della Regione Umbria dal 2000 e rieletta nel 2005 per il secondo mandato e presidente dal 5 agosto 2010 di Italferr (società del gruppo Ferrovie dello Stato che opera nel settore dell’ingegneria dei trasporti ferroviari e dell’Alta velocità), Lorenzetti è accusata di associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio, corruzione e gestione organizzata finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Risulta in effetti, dall’inchiesta coordinata dai Pm Giulio Monterini e Gianni Tei, la messa a disposizione da parte della Lorenzetti delle “ proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta  rete di contatti  grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati, nell’interesse e a vantaggio della controparte Novadia e Coopsette da cui poi pretendeva favori per il marito nell’ambito della ricostruzione dell’Emilia”. Coinvolti nell’edificazione del passante fiorentino che prevede il sotto attraversamento per congiungere il quartiere Campo di Marte alla zona di Castello, alla periferia di Firenze, i 31 indagati tra dirigenti della Novadia (vincitrice dell’appalto);della socia di maggioranza, la Coopsette; tecnici di Italferr; funzionari del Ministero dell’Ambiente e di società di Ferrovie e vari imprenditori, dovranno rispondere di gravi reati ipotizzati quali: truffa, corruzione , associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti speciali, violazione delle norme paesaggistiche, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture. Non sono da escludere possibili infiltrazioni mafiose. Rapido avviamento delle indagini interne da parte delle Ferrovie dello Stato, in seguito all’inchiesta dell’accusa in grado di dimostrare come “ gli indagati hanno chiarissima percezione della natura di rifiuti di scarto che andranno a produrre e la volontà di gestire abusivamente previa artata predisposizione dei documenti tecnici e amministrativi per rientrare i fanghi della presa nelle recenti norme regolamentar derogatorie ai loro fini utili a fornire un’apparente veste di legittimità a tale illecito smaltimento rifiuti. Tale aspetto in particolare coinvolge soggetti appartenenti alla stazione appaltante Italferr e Rfi che a fronte di un progetto del tutto carente in punto di adeguata valutazione dei costi e di soluzioni corrette dal punto di vista ambientale, perseguono in tutti i modi la realizzazione dell’opera considerando le condizioni, i limiti e le procedure previste dalla legge un mero ostacolo da superare a ogni costo.”