VENEZIA: TANTI LUOGHI COMUNI DA SFATARE
Visto il successo del post, torno sull’argomento#Veneziae rilancio. Mi sono fatto l’idea che il suggestivo tema della “morte a e di Venezia”, caro alla letteratura e riscoperto dal salotto snob abbia creato negli anni una perversa alleanza fra ideologismo ecologico (salvare Venezia, Venezia non si tocca, via le crociere, barriere al turismo di massa) e conservazione commerciale speculativa che campa sul presupposto che un paio di miliardi di individui prima o poi visiteranno Venezia. La perversa alleanza ha prodotto negli anni dibattiti inutili e paralizzanti o mostri inutili e volani di magna magna come il Mose, senza invece favorire cambiamenti concreti e compatibili con la cittá senza trasfigurarla.Comincerei con lo sfatare luoghi comuni e segnalare dati concreti.– non é vero che si spopola, ogni giorno novantamila persone vengono a Venezia per lavorare e studiare, il che rende anche ridicolo e impossibile la teoria del numero chiuso per i turisti.– non é vero che é impraticabile, anzi é bellissima e silenziosa in quasi tutte le aree della città, salvo in alcune ore san marco e rialto, ma sono cosi anche la tour Eiffel o il British Museum.– ci sono decine di palazzi storici che potrebbero essere utilizzati come alberghi, centri di ricerca, sedi internazionali di prestigio, sedi universitarie etcc, non mancano capitali, mancano idee, volontà e collaborazione pubblico/privato.– l’arsenale ospita la biennale e le feste private, ma é un enorme spazio che potrebbe essere molto meglio utilizzato.– le navi da crociera (certo parcheggiate fuori dalla laguna!) portano turisti, attività economiche e servizi, contribuiscono con ferrorie e aeroporto a fare di Venezia un polo di attrazione sempre piú forte.– Se si utilizzassero spazi e strutture abbandonate si potrebbero incentivare altre attività collaterali – congressistica, terme, cliniche, dietologia etc. sfruttando vicinanza, interesse, legami con il pubblico dell’Europa del nord.
