27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA, GIORNATA DI CHI HA CONSERVATO LA SCHIENA DIRITTA

27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA, GIORNATA DI CHI HA CONSERVATO LA SCHIENA DIRITTA

Oggi vi racconto questa storia, poco conosciuta ma dall’alto valore simbolico, soprattutto in tempi cupi come quelli che ci sta toccando di vivere.Anche questa è una storia di mare, di profughi, di miseria.Siamo nel 1943 in Danimarca, paese occupato dalle truppe tedesche e sotto il dominio nazista. Nel paese vive una minoranza ebraica, piuttosto esigua ma con solide radici nel tessuto sociale. L’amministrazione germanica non ha ancora provveduto alle deportazioni, anche in considerazione del fatto che in quella terra manca un consenso diffuso. Tra i danesi l’antisemitismo non ha molto attecchito.La macchina di morte tuttavia non può rimanere parcheggiata a lungo, e alla prima occasione utile le autorità occupanti si mettono d’impegno per affrontare la “questione ebraica”, come veniva ipocritamente chiamato il piano di sterminio.Senonché il proposito di procedere non rimane segreto, la notizia si diffonde, una radio ne parla apertamente, le voci si accavallano. La reazione danese – dai gruppi dirigenti sotto scacco dell’occupante fino agli strati popolari – non si fa però attendere, e in poche ore si allestisce una spettacolare operazione di salvataggio. La flotta peschereccia del piccolo paese nordico – organizzata e coordinata secondo la tipica efficienza scandinava – in una notte porta in salvo sulle coste della Svezia, paese neutrale, 6700 candidati allo sterminio.Ma anche gli svedesi non stanno a guardare e fanno la loro parte, consegnando ai danesi parte del pescato per ‘coprire’ così il reale obiettivo dell’operazione notturna.Nei giorni successivi la polizia tedesca, nel corso delle perquisizioni casa per casa, trova soltanto poche centinaia di ebrei, tra coloro che avevano rifiutato di lasciare le proprie abitazioni e quelli troppo vecchi e incapaci di muoversi.La furia nazista si abbatté su di loro implacabile, con un surplus di rabbiosa ferocia. Furono tutti deportati a Theresienstadt.