ANNA, GABRIELE, ROSSANO E LE ROSE PER MARIA
Anna, Gabriele, Rossano, le colonne della tipografia. E le rose per Mara Raccontino della notte. La dolcissima Anna, Gabriele l’imitatore, Rossano finto cupo, perché, poi, la battuta te la piazza all’improvviso. E Mara, lei volata in cielo il lunedì dell’Angelo di un anno fa. Anna, Gabriele e Rossano sono le colonne della tipografia del giornale, anello fondamentale della press-filiera. Li invidio, perché non lavorano in smart-working. Li immagino nella tipografia, accanto alla redazione deserta. Anna, Gabriele e Rossano che impaginano, sfornano grafici e tabelle. A volte li facciamo diventar matti. Io su tutti, che ogni due per tre, faccio saltare i comandi dei titoli e nell’era anti-Covid 19, ogni due per tre entravo in tipografia. «Anna, una cortesia, mi metti a posto il titolo?». Io che non ho ancora capito dove sia la dieresi. «Scusa, Gabriele, qual è la combinazione dei tasti». Me l’avrà detta cento volte, manco fosse quella di una cassaforte. Io che perdo i pezzi, perché non li salvo. «Scusa, Rossano, ma com’è possibile che non ci sia più?». Sono il loro stress. Oggi ho telefonato in tipografia. «Come state, ragazzi?». Loro mancano a noi, noi manchiamo a loro. «Ci mancate. È triste, molto triste. Ci manca la vita attiva del giornale». A me mancano la gentilezza e la dolcezza di Anna. Manca Gabriele, tifoso juventino. Gabriele l’imitatore di Giacomo, Piero e Giovanni. Gabriele detto «l’anagrafe», perché si ricorda i compleanni di tutti, salvo il mio. «Franci, tu li compi il 19 novembre, giusto?». «Gabriele, il 18». E visto che parlo di compleanni, il 10 maggio, domenica, Rossano ne farà 50 tondi tondi. È che da quando è iniziata la guerra all’invisibile bastardo, per via delle restrizioni i suoi genitori non li vede, lui in città, loro in campagna. Mi è stato confidato il suo sogno. Ora che dal 4 maggio, ‘tana, liberi tutti’ con cautela e precauzioni, Rossano spera di festeggiare il suo mezzo secolo di vita là in campagna. Le colonne della tipografia mancano a noi, noi manchiamo a loro che ora ci sentono per telefono. «È triste, molto triste. Noi siamo qui nel nostro angolino». Anna, Gabriele e Rossano non solo sistemano le impaginazioni, buttan fuori grafici e tabelle. Ogni sera, inseriscono i necrologi nelle ultime pagine del giornale, che in piena guerra all’invisibile bastardo si sono raddoppiate. Ogni fotografia, ogni addio era (ed è) una ferita che fa piangere anche i loro cuori. Perché poi va così: va che i sentimenti sovrastano il mestiere. È un anno che Mara è volata in cielo. Con lei, Anna e Gabriele hanno lavorato gomito a gomito. Rossano non faceva ancora parte della ‘compagnia dei tipografi’. Mi ricordo quelle due rose, una rossa, l’altra bianca. Anna e Gabriele le adagiarono sulla scrivania di Mara con la dolcezza di una carezza. Anna, Gabriele e Rossano sono gli ultimi a lasciare la sede del giornale, in via delle Industrie, 2, a mezzanotte. E so che mi leggeranno in anteprima. Ma non sarà una sorpresa. Anna lo aveva già capito la mattina, quando su WhatsApp le ho chiesto di mandarmi una foto di loro tre in tipografia. Niente foto («O tutti o nessuno»). Anna mi ha inviato una rosa rossa. I tipografi sono gli ultimi ad uscire, spengono le luci, chiudono la porta, domani è un altro giorno e si vedrà. Che poi domani è oggi, 25 aprile, la Festa della Liberazione, festa per tutti, non per Anna e Gabriele (Rossano è a casa) che saranno nel deserto della redazione. Ragazzi, non vedo l’ora di tornare a stressarvi. «Anna, ho fatto saltare i comandi del titolo». «Gabriele, com’è la dieresi?». «Rossano, non trovo più il pezzo, com’è possibile?». Nella sala da pranzo-redazione entra l’amata Minnie: mi dà la buonanotte. A lei l’anteprima. Scusate il disturbo.
