NOBEL PER LA LETTERATURA. NIENTE SORPRESE, SIAMO PAZZI

NOBEL PER LA LETTERATURA. NIENTE SORPRESE, SIAMO PAZZI

Kazuo Ishiguro ha vinto il Nobel per la Letteratura 2017, e subito tutti, soprattutto sul web, fanno a gara a ricordarne le opere, addirittura il numero di romanzi scritti, mentre altri, forse esagerando, se ne prendono gioco, dimenticandosi che si tratta comunque di un importante scrittore, autore di sette romanzi di notevole valore, anche se nella lista dei papabili non c’era mai stato.L’elenco dei Nobel per la Letteratura ci fornisce, più degli altri omologhi, un insieme di nomi per lo più sconosciuti. Rimanendo agli ultimi assegnati, chi conosceva infatti prima che fossero proclamati ufficialmente Svjatlana Aleksievic, Patrick Modiano, Tomas Transtromer, Herta Muller, Jean-Marie Gustave Le Clezio, Elfriede Jelinek? C’è allora da chiedersi quali siano i criteri alla base della scelta dei massimi scrittori mondiali. Forse quello geografico? Non sembra, dato che due cinesi e due francesi sono stati premiati a distanza di pochi anni. Quello socio-politico? Sarebbe bello che fosse così, ma questi casi, come quello di Herta Muller, rappresentano poche eccezioni, e a volte essi stessi sembrano casuali.Con buona pace di Roth, Joyce Carol Oates, Kundera, De Lillo, Pynchon, Auster, e lo stesso Murakami che aspettano e sono attesi da anni dal grande pubblico, felice di identificarsi in quelli che comunque sono i loro miti letterari. Tanto che a volte nel citarli ci accorgiamo che qualcuno nel frattempo è morto…Insomma, è vero che da quando l’Accademia svedese si riunisce per assegnare il più prestigioso tra i premi alle eccellenze nei più diversi campi della Cultura, non sono mancate le polemiche per presunte omissioni, clamorose dimenticanze (spesso ai danni di donne, più meritevoli dei loro stessi colleghi maschi, come nel caso della Franklin, per la scoperta della struttura a doppia elica della molecola del Dna, e letteralmente scippata a vantaggio di tre colleghi maschi) o addirittura vere e proprie assegnazioni in controtendenza rispetto ai più evidenti criteri di selezione, sino a vere e propri autogol politici come i Nobel a scienziati che prima o dopo la premiazione hanno esternato simpatie per le teorie naziste (che dire allora dei fascisti Ungaretti e Pound che se lo son visti negare per lo stesso motivo?)…Siamo seri. Chi non ha avuto un sussulto dopo l’assegnazione del Nobel per la Letteratura lo scorso anno a Bob Dylan? Il giorno stesso della morte di Dario Fo, l’altra clamorosa sorpresa dell’Accademia svedese…Nobel apparsi ai più fuori luogo, anche se dettati da sincere motivazioni.È chiaro che non si possa pretendere una imparzialità assoluta o un’infallibile capacità di scelta a un consesso di uomini che vivono a Stoccolma e spesso non sono aggiornati su tutti i testi e le ricerche di centinaia di paesi e migliaia di studiosi, però un Premio come quello assegnato a Stoccolma non può permettersi di esporsi a critiche così feroci, a meno che non lo si accetti per quello che non è. E quindi, rivedendo anche le nostre aspettative, considerandolo come un premio di qualità che vada a premiare comunque ottime individualità ma non necessariamente le prime di ogni settore.Allora, diventando tutti eretici della letteratura, saremmo anche pronti a considerare che Fo è un teatrante come Pirandello, il cui Nobel non fu d’altronde mai contestato, e che, certo, Bob Dylan è un cantante, ma sublime, anche perché, in fondo, che differenza c’è tra la parola detta o quella cantata? Forse che la seconda è meno evocativa di quella scritta e spesso ermetica? Chi ricorda un verso di un poeta notevole, ma chiuso in sé, come Mario Luzi? Tutto giusto. In fondo Dario Fo ha scherzato con il nostro cuore e ha scosso la nostra coscienza, al di là dell’ideologia, in modo così profondo che ne sentiamo ancora la voce, e la parola, caratteristica come il suo grammelot, è sempre dentro di noi. La sua si chiama Commedia dell’arte? Arte è comunque. Qualcuno intende ad esempio negare la qualità letteraria del Ruzante, il più grande drammaturgo del Cinquecento italiano, che scriveva in dialetto? No, e così Fo. Bob Dylan ha scritto canzoni che appartengono alla nostra memoria e alla nostra coscienza, non meno di Jacques Prevert e di Neruda (a sua volta Premio Nobel) e al pari di grandi poeti come i Beatles e i Rolling Stones.Parla, come la poesia deve, alla nostra anima. Come nelle origini della poesia, come in Omero, alla coscienza civile di un popolo. E Bob Dylan è l’equivalente di Omero, l’icona di tutti. E a questo punto Il Nobel non può far altro che riconoscerlo.