ALESSIA
Alessia, della sua morte non avremmo saputo niente se a ricordarcela non ci fosse stata l’associazione Spazio Bianco di Perugia. Alessia è morta e anchese ora viviamo nell’era del corona virus non si muore solo per il Covid 19. Si muore anche per altre malattie com’è successo a lei. Alessia viveva in un orfanotrofio in Russia, intorno agli 8 anni è stata adottata da una famiglia di Pompei, allora era un ragazzino. Alessia crescendo ha sentito d’essere donna e come tale si è mossa e comportata. Alessia è stata per questo disconosciuta dalla famiglia, insultata e sbeffeggiata dalle finestre del paese dove viveva. Alessia era una transgender, dalla vita è stata portata Perugia dove due anni fa, aveva 28 anni, ha saputo d’essere stata colpita da una grave malattia. Alessia ha cercato di contattare, la famiglia, per lei hanno tentato di farlo Spazio Bianco, la dottoressa che la seguiva, hanno ricevuto solo rifiuti. Alessia ha ricevuto sostegno economico, ma soprattutto affettivo dal personale sanitario che l’ha seguita e dagli amici di Spazio bianco che l’hanno accompagnata in tutto il suo percorso fino agli ultimi giorni all’hospice. Alessia ha inviato un ultimo messaggio per la festa del papà del 19 marzo che non ha avuto risposta. Alessia anche dopo morta è stata respinta dalla famiglia che ha voluto annunciare al paese la morte di Alessio in un manifesto nel quale si “dispensava dalle visite di condoglianza”. Alessia è stata ricordata da Spazio Bianco con un manifesto mortuario che, purtroppo, pochi hanno potuto leggere chiusi come siamo nelle nostre case. Alessia è morta il 14 aprile a Perugia.
