ECCO COSA FA IL PENTAGONO SUI FRONTI INTERNAZIONALI E NON SOLO

ECCO COSA FA IL PENTAGONO SUI FRONTI INTERNAZIONALI E NON SOLO

Ecco cosa fa il Pentagono sui fronti internazionali e non solo.#Il segretario alla Difesa americano Mark Esper, insieme al Capo di Stato Maggiore, generale Mark Milley, ha indicato ciò che sta facendo il Pentagono durante l’emergenza virus. Una puntualizzazione che può apparire scontata, ma è innescata dalla necessità di ribadire la capacità di intervento. Specie dopo le polemiche sulla portaerei Roosevelt, fuori servizio a causa dell’epidemia (una vicenda che ha portato alle dimissioni del segretario alla Marina Thomas Modly). Partiamo dall’elenco delle attività (le note tra parentesi sono mie): — Missioni anti-terrorismo in Africa, Medio Oriente, Afghanistan. — Mantenimento della libertà di navigazione a livello globale (qui riferimento implicito al Golfo Persico/Iran e alla Cina). — Attività di monitoraggio su test missilistici nordcoreani (Kim continua a provare ordigni, l’ultimo il 14). — Sorveglianza dello spazio aereo, con aerei russi intercettati. — Deterrenza “contro atteggiamento aggressivo” (testuale) dell’Iran. — Supporto alle truppe afghane e cooperazione con gli alleati. — Operazioni anti-droga del Southern Command (azione contro i cartelli messicani e sudamericani, messaggio al Venezuela accusato di fare da sponda ai traffici). — Collaborazione con partner Nato in Europa (sono in corso alcune esercitazioni, anche se ridotte rispetto al previsto). — Tutela degli interessi americani nello spazio (lo Space Force ha appena lanciato un satellite). A questi punti possiamo aggiungerne altri. Significativi. Lo sforzo comunicativo massiccio con la diffusione di video, foto e news per mostrare l’azione di aerei/navi/soldati in aree di crisi. Piuttosto ampio l’impegno sul Pacifico, sempre più rilevante nella sfida con i cinesi. L’attività per costruire materiale sanitario per ospedali e civili: mascherine e apparati per sterilizzarle in grandi quantità, tute, respiratori, visiere. Unità navali, basi, parà e anche le forze speciali sono state dirottate sul fronte interno. Il senso è politico e strategico: gli alti gradi vogliono rassicurare i cittadini e parare le polemiche. Da qui i segnali. La situazione è sotto controllo, hanno rimesso in moto la macchina – anche se in ritardo -, rispondono agli ordini di un presidente passato dalla minimizzazione alla reazione. Contano i fatti – e vedremo l’impatto concreto -, conta anche la narrazione, un terreno dove le superpotenze e i paesi con ambizioni provano «a venderle» per dimostrare chi sia il migliore.