SULLA STRAGE CANADESE, IN ATTESA DI RISPOSTE

Gabriel Wortman fin dal liceo aveva una passione: la polizia. E raccontano che nel tempo avesse acquistato vecchie autopattuglie che restaurava. Sabato sera è salito su una di queste vetture, ha indossato una divisa ed è uscito di casa. Per uccidere.Wortman, 51 anni, odontotecnico, ha assassinato 18 persone nella zona di Portapique, Nuova Scotia, Canada. Una scorreria chiusa da un nuovo conflitto a fuoco al termine del quale è stato ferito a morte dagli agenti. Quelli veri. Un caso che ha scosso il paese, una vicenda per la quale si cercano risposte. Al momento è stata esclusa la matrice terroristica e si guarda a motivazioni personali, compresi problemi familiari. Al solito servirà del tempo.Il week end di sangue si apre attorno alle 23.30 di sabato, quando al numero d’emergenza 911 arrivano segnalazioni di una sparatoria in un’area tranquilla della località canadese. Da qui è un susseguirsi di allarmi, morti. L’omicida ammazza a sangue freddo l’ex compagna e l’amico che è con lei, quindi dei conoscenti, poi un’insegnante, mamma di bimbi. Incendia delle abitazioni, entra nelle case per continuare la sua azione distruttrice, usa la finta auto della polizia per bloccare i bersagli.Heidi Stevenson, in servizio con le Giubbe Rosse e madre di due figli, risponde alla chiamata, intercetta il veicolo in fuga, lo sperona. Non riesce a fare di più: perché anche lei è falciata dalle pallottole. Nel villaggio arrivano unità speciali, elicotteri, la popolazione è invitata a chiudersi in casa. I team scelti si mettono in caccia, raccolgono indicazioni sulle possibili mosse, scoprono che il ricercato nel frattempo si è impadronito di un grosso SUV. E’ la nuova preda da inseguire.Quasi dopo 12 ore dal massacro chiudono le ricerche individuando il fuggitivo nel parcheggio di un benzinaio a Enfield, a circa 35 chilometri. Come tanti mass shooters non si arrende, ingaggia l’ultima battaglia, perde la vita in circostanze che, stando ad alcune ricostruzioni, sono da chiarire. Poco importa per il momento. Il Canada piange, il premier Trudeau interpreta il dolore collettivo, la magistratura si interroga sul movente di un atto pianificato.Il profilo dell’omicida, a prima vista, non ha rivelato aspetti oscuri. Benestante, titolare di numerosi studi dentistici, senza precedenti, pare che avesse espresso il desiderio, da ragazzo, di diventare poliziotto, ma ha imboccato un’altra strada. E si era fatto notare per la generosità verso clienti malati di cancro: non li faceva pagare. Ex compagni di scuola, invece, hanno ricordato come Gabriel fosse stato spesso oggetto di prese in giro pesanti, anche all’università. Aveva bisogno di amicizia e di amici ne aveva pochi – aggiungono – non era a suo agio e si portava dentro un’ombra di tristezza. Poi con la maturità, correggono i pazienti, era parso più gioviale. Un vicino sostiene che fosse accecato dalla gelosia e che c’erano dei segnali che avrebbero dovuto suscitare allarme.C’è chi ipotizza una reazione estrema al blocco imposto per il virus, una tesi per ora senza riscontri. Altri ricordano come l’incursione sia coincisa con anniversari di sangue: la strage di Waco (1993), l’attentato di Oklahoma City (1995), entrambi nel segno dei gruppi anti-Stato, e Columbine (20 aprile 1999), evento simbolico quanto tragico che ispira ancora molti emulatori. Di nuovo: il link deve essere trovato.Resta la cavalcata di morte di quello che fino a ieri era «un tipo normale» e adesso è definito «il mostro». # Nella foto la finta auto della polizia.