NO TRUMP, BASTA CON LA PROPAGANDA E LE FAKE SUL VIRUS

NO TRUMP, BASTA CON LA PROPAGANDA E LE FAKE SUL VIRUS

1 maggio 2020, Donald Trump, Presidente USA. “Sì, sono certo che il Covid-19 venga dal laboratorio di Wuhan” Domanda del giornalista: “Può darci le informazioni?” “Non posso dirglielo, non sono autorizzato a farlo” 3 maggio 2020, Mike Pompeo, Segretario di Stato USA. “Ci sono numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan” […] “La Cina ha fatto tutto quello che ha potuto per tenere il mondo all’oscuro sul coronavirus”. Due affermazioni simili che sembrano affermare che o il Covid 19 sia stato creato o isolato in un laboratorio cinese, ma che in ogni caso la sua diffusione a Wuhan non sarebbe dovuta alla zoonosi (o spillover come è ora nota), quindi al passaggio dall’animale all’uomo. Si sarebbe trattato, così dice Trump, di una fuga – per errore o dolo – da un laboratorio… – TRUMP E LA CAMPAGNA ELETTORALE – Sono tre illazioni diverse, ognuna facilmente confutabile, che nascondono che anche Trump è corresponsabile della pandemia, ma prima è doveroso inquadrare il contesto: Donald Trump e la sua amministrazione sono in campagna elettorale nel bel mezzo di una pandemia che ha fatto degli Stati Uniti il primo paese al mondo per contagi e decessi e si trovano a guardare dritti negli occhi una crisi economica epocale. In questo contesto, inoltre, Trump è indebolito dalla decisione di aver sottovalutato il virus per settimane e dal non avere un chiaro vantaggio sul suo avversario, Joe Biden. Ha un arma però: puntare il dito contro la Cina, cosa che fece anche quattro anni. Nel 2016, Pechino era il nemico che “rubava lavori” e “distruggeva l’economia industriale americana” per colpa del commercio internazionale, accuse che hanno generato la Guerra Commerciale fra USA e Cina con conseguente indebolimento anche della nostra economia nel 2019. Ora la Cina è il nemico da indicare come responsabile della pandemia perché, come indicano focus group e sondaggi commissionati da Trump, questo è un argomento che fa presa sui Repubblicani. Il 66% degli americani, inoltre, ha un giudizio negativo sulla Cina: ecco la chiave per cercare di vincere le elezioni e “distrarre” l’elettorato. “Al contrario del sonnolento Biden e dei disonesti Democratici, il Presidente Trump mantiene le sue promesse ed è per questo che non lascerà la Cina trattare l’America come il suo capro espiatorio” è il testo che si legge nella campagna presidenziale del presidente su Facebook. Trump, insomma, deve attaccare la Cina, a priori della veridicità delle sue accuse. – IL VIRUS NON E’ BIOINGEGNERIZZATO – Premesse scientifica. In nessun campo – che si vada da ricerche archeologiche a scientifiche – è profondamente sbagliato scrivere ufficialmente “è così”. Niente nella scienza è certissimo, perché alla base del pensiero scientifico c’è il dubbio e l’apertura mentale. Per questo si usano formule come “fino a prova contraria”. Partendo da questo punto di vista sappiamo che: – il Covid 19 o SARS-CoV-2 è un coronavirus; – i pipistrelli sono, in natura, la specie con più tipi di coronavirus ed è abbastanza normale che direttamente, o tramite vari salti di specie (zoonosi o spillover) questi arrivino all’essere umano; – abbiamo la mappatura totale del genoma del virus (vi ricordate quando, a Febbraio, esultavamo che al San Raffaele avessero isolato il virus? Ecco, quell’isolamento è necessario per capirne il percorso evolutivo tramite la mappatura del suo genoma; – in laboratorio noi possiamo – con anni di ricerche ed investimenti di milioni di euro – modificare un virus naturale (non crearne uno ex-novo) e “bioingegnerizarlo”, tecnica che si usa per la ricerca sui virus atta a combatterli meglio via farmaci o vaccini; – un virus bioingegnerizzato lascia nel genoma tracce visibili in quanto – semplificando molto – vedremo dei tagli nella sequenza dove gli scienziati hanno appiccicato il genoma di altri virus; – dalla lettura del genoma pubblicato – dati verificati da tanti laboratori perché il virus è stato isolato molte volte, non solo al San Raffaele – del SARS-CoV-2 non c’è traccia di bioingegneria, ovvero, la sequenza del virus è naturale e corrisponde a quella di tanti virus simili ritrovati nei pipistrelli. Quindi “fino a prova contraria”, direbbe uno scienziato, nella lingua comune è “certamente”, il Covid 19 NON è stato “costruito” o modificato in laboratorio. – IL LABORATORIO DI WUHAN – C’è la possibilità che il SARS-CoV-2 sia “fuggito” da un laboratorio dove era stato isolato? Allo stato attuale della ricerca la risposta è no, e per vari motivi. 1) il laboratorio di Wuhan stava lavorando sui Coronavirus dei pipistrelli e, soprattutto, sui SARS-Like, virus simili a quello SARS-CoV-1 della prima epidemia di SARS del 2003. Lo faceva per capire meglio quella famiglia di virus; 2) il laboratorio non era segreto, ma era finanziato internazionalmente e pubblicava articoli, tant’è che il famoso servizio del Tg Leonardo usato dai complottisti si basava proprio su articoli pubblicati e confermati arrivati da quelle ricerche; 3) fra le pubblicazioni di quell’equipe di ricerca non c’è traccia del Covid 19. Ricordiamo, inoltre, che se veramente a Wuhan in qualche ricerca segreta si stesse studiano il SARS-CoV-2, l’unico modo perché questo diventasse pandemia una volta “fuggito” è che fosse già mutato allo scopo di diventare infettivo nell’uomo. Perché la teoria della “fuga non regge”? Perché sappiamo che si tratta di un virus naturale, non modificato con un’origine e una storia evolutiva certa e sappiamo che la zoonosi è un processo che esiste da anni e certamente più comune di un virus che “scappa” da un laboratorio. – LE VERE RESPONSABILITÀ CINESI – Paradossalmente, quindi, Trump e Pompeo – che continuano a non presentare prove e vengono smentiti sia dai fatti scientifici che dai proprio servizi segreti – hanno torto sul “laboratorio”, ma hanno ragione sulle responsabilità cinesi, ovvero aver ritardato nel dare l’allarme sullo scoppio dell’epidemia. Il 30 dicembre 2019, Li Wenliang, oftalmologo cinese dell’Ospedale di Wuhan, lancia un allarme su internet su un gruppo privato di WeChat: “Ci sono 7 casi confermati di SARS al Mercato di Huanan” Posta la diagnosi che arriva dall’ufficio di Ai Fen, direttore dell’ospedale. “Le ultime notizie confermano che si tratti di infezioni da coronavirus”. Quei messaggi divennero pubblici, e il 3 gennaio Li venne punito dalle autorità cinesi per la diffusione delle notizie. Il primo caso di Covid 19 sarebbe del 1 dicembre, ma solo dopo l’allarme di Li (e delle autorità taiwanesi, le uniche a prendere sul serio quei messaggi) le autorità locali decidono di rendere pubblica la notizia di “un’epidemia di polmoniti anomale” [in quello stesso periodo cominciano a verificarsi casi simili in Lombardia come ha riportato lo studio dell’Unità di crisi lombarda]. La Cina ha tardato a dare l’annuncio, forse per evitare d danneggiare la propria immagine, forse per presunzione di poter fermare l’epidemia in tempo. Questa è la vera grande responsabilità cinese ed è su questa che nascono le critiche di altri leader mondiali (Merkel per esempio) che vengono accostate, erroneamente a quelle di Trump. – QUELLO CHE TRUMP NON DICE: TAIWAN – Dall’inizio della pandemia, Trump ha indicato un “correo” della Cina, l’OMS, l’organizzazione mondiale della salute che “sarebbe al soldo della Cina”. La Cina (dati marzo 2020) è il secondo contributore nazionale dell’OMS… dopo gli Stati Uniti d’america e se consideriamo oltre ai finanziamenti statali anche le donazioni private (dati 2018) la Cina è sedicesima, dopo gli USA, la Fondazione Bill e Melinda Gates, il Regno Unito, il Kuwait, la Germania, il Rotary e la Commissione Europea. L’OMS può esser criticata, però, per non aver ascoltato Taiwan (che proprio per colpa della Cina non ha rappresentanti all’OMS), che già il 31 dicembre aveva messo in atto misure di restrizione e controllo sui viaggiatori provenienti da Wuhan e che già il 5 gennaio riportava casi di un’infezione riscontrata in pazienti di ritorno dalla Cina su un virus simile al SARS e al MERS, dati che testimoniavano che l’epidemia annunciata il 31 dicembre stava già prendendo il volo fuori dalla Cina. Solo il 30 gennaio, però, l’OMS lancerà l’allarme internazionale sul Covid 19. Trump ha delle colpe? No, a parte aver lui stesso sottovalutato il virus quando questo è arrivato negli USA. Tutti i grandi paesi hanno ignorato l’allarme di Taiwan, ma Washington ha meno scuse: dopo anni di relazioni “non ufficiali”, dovute al riconoscimento della sovranità di Pechino sulla “mainland China” nel 1979, proprio l’amministrazione Trump ha ristabilito relazioni ufficiali e dirette con l’isola, con il Taiwan Travel Act del marzo 2018 e l’apertura di sedi consolari nel settembre 2019. Trump, quindi, sta cavalcano “le colpe cinesi” e i vari complotti ad esso connesse per motivi politici interni. Delle affermazioni di Pompeo, solo la seconda è realistica. La scienza intesa come comunità scientifica che basa le sue valutazioni su ricerche provate è unanime nel dire che il virus sia naturale e che sia arrivato a noi via zoonosi fino a prova contraria, ma tale prova, nonostante Trump e Pompeo, non esiste. La Cina ha fatto l’errore di aver ritardato le notizie sulla diffusione del virus, l’OMS di esser stata conservativa in materia – forse anche per non inimicarsi la Cina – ma tutti i paesi hanno sottovalutato un’allarme che viene da un paese come Taiwan, che avrà tanti problemi di riconoscimento internazionale, ma con cui tutti noi commerciamo.