UN UOMO SOLO PER IL 25 APRILE
Solo. Il bianco dei suoi capelli spicca su per quella scalinata superba. Altare della Patria. Bianco, di un marmo che è candido come il sacrificio di quelle vite che hanno per bandiera la Libertà. Altare della Patria solo, come quell’uomo in abito scuro, elegante. Chi è che ha l’ardire di salire quelle scale, in piena emergenza virus e in pieno divieto? È il MIO PRESIDENTE della Repubblica. Ha portato una corona di alloro. L’ha deposta dinanzi al Simbolo della Nostra Rinascita, tra due corazzieri con la mascherina a salutare impettiti la Nazione che si inchina al Ricordo. Colui che spesso ho aspramente criticato per i suoi silenzi. Eppure ieri, nel Silenzio, mentre la corona baciava il marmo e le stesse anime dei caduti, mentre la tromba faceva librare nell’aria le note del rispetto tributato, io l’ho sentito mio. In quel Silenzio il mio Presidente ha ricordato al mondo che l’Italia ha in se’ la forza di quei giovani che si batterono per la libertà, ha in se’ i sogni di ieri e di oggi, ha in se’ la forza di dare alle macerie la magica funzione di divenire linfa e vita. Nel Ricordo non muore mai il coraggio e, quando si affievolisce, basta un giorno di sole sotto il cielo di Roma , un uomo solo e una bandiera a dirci: Siamo un Popolo Libero. Non dimentichiamolo mai!
