DATE CONFERMATE PER IL FESTIVAL DI VENEZIA. PER ORA

La Biennale conferma (per ora): la 77a Mostra del cinema si farà, dal 2 al 12 settembre, come previsto. Slittano le altre manifestazioni della Biennale – teatro, danza, architettura – ma non la Mostra, che rimane abbarbicata alle sue date “classiche”. Lo annuncia il neopresidente della Biennale, Roberto Cicutto, veneziano, 72 anni, produttore e distributore, creatore della Mikado, cofondatore della Sacher distribuzione con Nanni Moretti, e da febbraio presidente della Biennale di Venezia. In una lunga nota consegnata alle agenzie, Cicutto immagina come potrà essere la Mostra del cinema di quest’anno. A quello che è dato capire, Cicutto pensa a una deroga alle chiusure imposte alle sale cinematografiche: “Credo che il festival debba godere di una ‘extraterritorialità’ rispetto alle misure di sicurezza”, dice. “Un conto è gestire sei, sette luoghi circoscritti, un conto sono migliaia di sale nel territorio nazionale. Penso a un contingentamento delle presenze in sala, e Venezia potrà essere un grande laboratorio”. Dunque, è in piedi l’ipotesi di una Mostra di Venezia con pubblico e giornalisti in sala. Ma ogni scenario è rinviato a fine maggio: “Ci siamo dati una deadline per quei giorni”, dice. E, ancora, spiega che al Lido la presenza di persone provenienti da nazioni estere sarà molto ridotta, e che sono in corso simulazioni per capire come organizzare le giornate dell’evento cinematografico. Poi, l’attacco all’altro festival di cinema più importante del mondo, quello di Cannes. Giorni fa il delegato generale di Cannes, Thierry Frémaux, aveva parlato di una possibile collaborazione fra i due festival. Frémaux aveva detto alla rivista “Variety”: “Col direttore della Mostra Alberto Barbera abbiamo parlato a lungo della possibilità di fare qualcosa insieme”. Ma evidentemente il dialogo non si è perfezionato. Cicutto ha toni irritati: “Trovo sconcertante che Thierry Frémaux continui a dire che esamina la situazione e non dica che cosa vuole fare. Noi proseguiamo col nostro programma e se Cannes sta ancora pensando a cosa fare, allora non c’è dialogo”. Cannes aveva dapprima rinviato la manifestazione da maggio a fine giugno, per poi accettare la necessità di un rinvio a data da destinarsi, dopo la decisione del governo francese di vietare lo svolgimento di grandi eventi fino a metà luglio. Sul sito ufficiale del festival dicono di pensare a fare l’edizione 2020 “in una maniera o nell’altra”. Quale? Frémaux ha chiaramente escluso l’ipotesi di una versione in streaming. Intanto il Marché du film, il “mercato” che raccoglie produttori e distributori, parallelo al festival di Cannes, ha già preso la via dell’online: si terrà dal 22 al 26 giugno, con video meeting e proiezioni online. I professionisti del settore sembrano d’accordo, e intenzionati a fare affari senza stringersi, fisicamente, la mano. Le sezioni collaterali di Cannes – la Quinzaine des réalisateurs e la Semaine de la critique – hanno invece confermato la loro cancellazione. Intanto, il mondo del cinema, già in ginocchio, e in grande necessità di vetrine internazionali per rilanciarsi, sta col fiato sospeso.