GERUSALEMME, NIENTE AMICHEVOLE PER LA NAZIONALE ARGENTINA DOPO LE PROTESTE DEI PALESTINESI

GERUSALEMME, NIENTE AMICHEVOLE PER LA NAZIONALE ARGENTINA DOPO LE PROTESTE DEI PALESTINESI

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A BUENOS AIRES “Non andare è stata la cosa giusta”. Con queste parole, a nome di tutti i giocatori della nazionale argentina e del commissario tecnico Jorge Sampaoli, Gonzalo Higuaín ha commentato la decisione dell’Afa (Asociación fútbol argentino) di non partecipare all’amichevole Israele-Argentina, che avrebbe dovuto disputarsi a Gerusalemme il 9 di giugno.La partita della discordia, com’è stata definita, non si giocherà. Merito dell’ondata di protesta sollevatasi in Palestina (nella foto) contro la nazionale argentina, a meno di due settimane dalla partita d’esordio dei mondiali (il 16 giugno, contro l’Islanda). Merito delle manifestazioni a Buenos Aires e a Barcellona, argentini e catalani uniti.Così la squadra ha deciso di non volare a Gerusalemme per giocare la partita amichevole con la nazionale israeliana, per festeggiare il settantesimo anniversario della fondazione dello stato di Israele. L’incontro avrebbe dovuto svolgersi a Haifa, poi a Tel Aviv, infine a Gerusalemme. Troppo. Una provocazione al buon senso. E al senso comune si è appellato lo stesso Higuaín per giustificare la decisione.A nulla sono valse le telefonate del premier Benjamin Netanyahu al presidente argentino Mauricio Macri, perché facesse pressione sui calciatori, dichiarando di essere persino disposto a trattare sul ritorno della partita alla sede di Haifa. I giocatori sono stati irremovibili, Lionel Messi compreso, pur essendo sotto contratto con un’impresa israeliana di prodotti elettronici, Sirin Labs.A Buenos Aires vive la comunità della diaspora ebraica più numerosa al mondo dopo quella di New York, ma nella città si trovano anche tre moschee. Le due comunità, quella ebraica e quella musulmana, convivono pacificamente: la psicosi dell’attentato – in Argentina – non esiste. Merito anche dei governi precedenti che si sono ben guardati dal partecipare a missioni militari in paesi islamici. Ora questa neutralità è stata messa in discussione dallo stesso Macri, che fin dalla sua elezione si è avvicinato a Israele e ha promesso agli Usa una partecipazione argentina alle missioni militari.