SACCHETTI BIO, I NEGOZIANTI: “IO TE LO DO, MA MI DISPIACE”

SACCHETTI BIO, I NEGOZIANTI: “IO TE LO DO, MA MI DISPIACE”

Sono i negozianti, i commercianti al dettaglio  – e non la grande distribuzione – quelli più in difficoltà con la legge-sacchetto. A 10 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà del pagamento da uno a tre centesimi di questi sacchetti mezzo-bio (perché al 60 per cento non sono degradabili) anche a Castelnuovo si percepisce il disorientamento. E soprattutto il dispiacere da parte dei negozi di far pagare ai clienti qualcosa che prima veniva dato gratis. Ma ci rimettevano molto i negozianti a fare questo regalo? “No, dicono alla farmacia, sinceramente non era un gran problema.  Noi li paghiamo, certo, ma non per questo aumentavamo il costo dei prodotti”.  “Insomma, per voi è un vantaggio o no che ora i clienti paghino il sacchetto?”. “Ininfluente, ma ci adeguiamo”. “E se voglio le medicine nel sacchetto di carta? “. “Quello è gratis”. Idem da Euronics: la merce comprata viene messa in un bel sacchetto di carta e questo è gratis. Altra incongruenza da parte dei geni che dettano legge. Come se produrre e comprare carta non costasse. Se poi il governo voleva essere tanto ecologico, doveva vietare completamente la plastica e imporre la carta, che, come si sa, da tempo è fatta in gran parte da fibre di recupero, quindi è il materiale più riciclato al mondo. Ma ci sarebbe stata la rivoluzione delle industrie del settore, perdita immensa di posti di lavoro, quindi plastica sì, ma un pochino più bio. Gradualmente, mica subito, fino arrivare nel 2021 a una biodegradabilità al 60 per cento. Quindi col restante 40 per cento altamente inquinante. Un ferramenta. “Scusi, questo sacchetto lo devo pagare?”. “Per ora no, sto smaltendo le scorte, ma stia attenta, che se la fermano e sullo scontrino non c’è il prezzo del sacchetto, mi becco una multa salata”. Multe che per gli esercenti inadempienti vanno da 2.500 euro a 25.0000. Un bar-tabacchi: “Senta, io non ci ho capito nulla. Ci sono state le feste, dobbiamo ancora capire che sacchetti dobbiamo usare. Qui ne inventano una al giorno”. E i clienti? Dopo la grande arrabbiatura iniziale sono rassegnati. C’è chi dice: “Ma che ci importa dei sacchetti”, chi allarga le braccia sconsolato: “Tanto ormai paghiamo tutto, anche l’aria che respiriamo”. Insomma, la questione sacchetto non è solo per la frutta e gli ortaggi al supermercato, ma riguarda tutti gli esercizi commerciali. E a Castelnuovo, dove ci si conosce tutti e i clienti sono spesso degli amici, questa legge non ha suscitato certo entusiasmo fra i negozianti. La linea è: non capisco, ma mi adeguo.  Come si è fatto sempre, come si è fatto per tutto, finché anche un centesimo in più o meno sarà importante. E ci si arriverà, perché non c’è lavoro, le pensioni spariranno e staremo lì, a contare gli spiccioli, come già fanno quei  5 milioni di poveri assoluti che si ritrova l’Italia.