RENZI STERMINATOR
No, va beh. Se pure Il Tirreno, ora si mette a criticare Renzi è davvero finita. Un articolo dell’ottimo Mario Neri conia il nuovo slogan del Pd in Toscana: il “TPR, il Toscana-partito-di Renzi”. Un pezzo godibilissimo, in cui si dice la verità, quella che tanti sanno da un pezzo e che ora finalmente, dopo la febbrile nottata per le scelte dei candidati, tutti capiscono: ovvero che Renzi ha blindato le candidature con i suoi fedelissimi, in modo da avere in Parlamento una difesa inattaccabile. Fuori la minoranza, a cui spettano le briciole, fuori chiunque si azzardi a dire una parola contro il leader maximo. E questo accade particolarmente in Toscana, dove la sconfitta, se ci sarà, sarebbe davvero bruciante: “Il Pd vive il suo momento ultrà – scrive Neri, e il collega ci perdoni la citazione – e la Toscana è la sua curva, la tana, la terra in cui il partito più brucia e dalle ceneri prova a rinascere”. Allora. Che questa Toscana debba essere un principato renziano non è scritto da nessuna parte, ma di fatto lo è. I renziani hanno una mastodontica macchina di propaganda, sono dappertutto, e sarà dura per gli avversari contendergli palmi di territorio. Lo dice lo stesso candidato alla Camera nel collegio uninominale di Lucca Stefano Baccelli, attuale consigliere regionale: “ Dietro me e Andrea (ndr. il senatore Marcucci) c’è una squadra e una classe dirigente sul territorio che solo il Pd può vantare. Noi siamo quelli che rispondono al telefono e che conoscono la realtà che rappresentano”. Se rispondono al telefono, provate a telefonargli in massa al consigliere Baccelli, anzi, renda pure pubblico il suo cellulare, così il contatto è più facile. Quanto alla classe dirigente, è vero: hanno piazzato tutti i loro. Per gli altri posti in piedi. E ancora. Baccelli rivendica che sono tante le “cose di sinistra” che il gruppo è riuscito a fare e cita i lavori per i ponti come Rivangaio e Lera, sulle strade e sulla ferrovia. Ora, questa è una novità: non sapevamo che i ponti o le strade fossero di sinistra, e che metterci mano sia, appunto, una roba di sinistra. Poi abbiamo il senatore Marcucci, aricandidato al Senato nell’uninominale e, tanto per andare sul sicuro, anche nella lista del collegio plurinominale Toscana 1 (Firenze-Prato- Lucca) , che su Facebook fa un annuncio inquietante. Eccolo: “I prossimi 34 giorni saranno una battaglia casa per casa, voto per voto, per convincere gli italiani delle buone ragioni del centrosinistra e del Pd”. Ma che sono una guerra queste elezioni? Col rastrellamento casa per casa? Non sarebbe il caso di eliminare la parola “battaglia”, tanto per essere pacifisti? E comunque è una roba da stalking questo setacciare le case. Infatti già fioccano le proteste, c’è già chi si lamenta perché fanno telefonate a qualsiasi ora alla faccia della privacy. Mentre tutta Italia o quasi accusa il Pd di non essere più di sinistra, il senatore sostiene di essere tale in nome delle leggi varate per le minoranze: come le unioni civili, dedicate soprattutto alle coppie gay – perché gli etero, se proprio vogliono formalizzare la propria unione vanno in municipio- e rivelatesi un grande flop. Solo 369 nei primi tre mesi del 2017, gli ultimi dati disponibili. In totale dall’avvento della legge meno di 3000. E poi la legge sul fine vita, mentre purtroppo lo ius soli è un tema rimasto in sospeso e da affrontare subito, come prima cosa, una volta al governo. Quelli di sinistra insistono che da un partito che tale non reputano più si aspetterebbero ben altro, come lotte sui diritti collettivi della maggioranza, vedi, uno a caso, il lavoro. E che per le battaglie sui diritti civili già ci stanno i radicali. Ah, poi ci sono gli sblocchi elettorali dell’ultima ora. Due milioni di euro per la provincia di Lucca a favore delle famiglie bisognose con figli da zero a sei anni, annunciati dal segretario territoriale del Pd di Lucca Mario Puppa. Per fortuna che ci sono le elezioni così i provvedimenti arrivano a maturazione. Ce ne vorrebbe una all’anno per smuovere tutti quanti. Intanto festeggiamo la nascita del TPR e Renzi sempre più arroccato col suo drappello che ha ripreso il lanciafiamme per far fuori l’opposizione interna. A giugno Bersani l’aveva presa sul ridere: “ Il lanciafiamme? “Mi consegno…”. E il governatore Rossi: “Voi ce lo vedete Enrico Berlinguer che dice che siamo una ‘ditta’. E Aldo Moro che dichiara di volere usare un ‘lanciafiamme’. Lo dico per primo a me stesso: è necessario che la politica torni a usare un linguaggio più appropriato”. Ora non c’è più nulla da ridere. Il lanciafiamme ha fatto pulizia. Renzi- sterminator si appresta con le sue sentinelle territoriali alla conquista casa per casa. Aiuto. Istruzioni per l’uso: nei prossimi 33 giorni non rispondere al citofono, al telefono, non aprire quella porta. Di casa. Altrimenti, come ”minaccia” Marcucci, arrivano le cavallette renziane.
