NUOVA VIA DELLA SETA, PERCORSO IN SALITA

NUOVA VIA DELLA SETA, PERCORSO IN SALITA

Tra le molte conseguenze dell’attuale pandemia ci sono anche i dubbi sul destino del mastodontico progetto della ‘Nuova via della seta’ (Belt and Road Initiative), promosso da Xi Jinping per proiettare la Cina al centro del commercio mondiale. La ‘nuova via della seta’ del dopo virus. Attraverso una fitta rete di accordi bilaterali con numerosi Paesi asiatici, sudamericani e africani, Pechino ha stanziato cifre enormi per costruire in questi Paesi infrastrutture e impianti industriali. Si parla di prestiti per 500 miliardi di dollari a tassi molto favorevoli, ma tale cifra avrebbe dovuto essere ben maggiore alla fine del progetto. Non si tratta però di prestiti a fondo perduto, essi devono essere restituiti entro un certo lasso di tempo e pagando gli interessi, per quanto bassi, fissati dal governo cinese.Ancor prima dello scoppio della pandemia di coronavirus, tuttavia, parecchie nazioni – come Pakistan e Nigeria – avevano già capito che, viste le loro pessime condizioni economiche, non sarebbero state in grado di restituire i prestiti. A questo punto i cinesi hanno reagito assumendo il controllo di infrastrutture strategiche nei Paesi di cui sopra.Si parla per esempio di porti, aeroporti e autostrade. La trappola è dunque scattata come molti analisti avevano previsto. I Paesi indebitati sono costretti a cedere a Pechino il controllo di infrastrutture strategiche, aumentando così la loro dipendenza non solo economica, ma anche politica dalla Repubblica Popolare… CONTINUA SU REMOCONTRO: