È NECESSARIO ACCELERARE SUI PERCORSI PROTETTI PER CICLISTI

È NECESSARIO ACCELERARE SUI PERCORSI PROTETTI PER CICLISTI

Più spazio per ciclisti e pedoni. Il Comune di Milano lancia segnali decisi in vista della ripartenza, i passionari della bicicletta e dell’aria pulita amplificano il messaggio lanciando petizioni a raffica (l’ultima, ha raccolto in poche ore 7.500 firme). Ma già diventa un caso «politico». I rappresentanti del commercio iniziano sottotraccia a protestare e nei municipi – in particolare su viale Monza e corso Buenos Aires – il fronte si spacca tra sì e no. «Con l’esigenza di distanziamento sociale la capacità di offerta del trasporto collettivo si ridurrà del 75 per cento. Stimiamo che ogni mattina 500mila persone, se non vogliono rinunciare a spostarsi all’ora di punta, dovranno decidere se usare l’auto o mezzi individuali di mobilità dolce – riflette Luca Studer, responsabile del Laboratorio mobilità e trasporti del Politecnico -. Milano non ha scelta, deve responsabilizzare quei cittadini e indurli con incentivi e percorsi ciclabili protetti ad utilizzare le biciclette».A livello accademico si oppone ad esempio Marco Percoco, docente all’università Bocconi: «L’idea di compensare il minor utilizzo di mezzi pubblici con le due ruote è irrealistico – spiega -. Le biciclette vengono di fatto utilizzate solo per spostamenti brevi e serviranno solo marginalmente per la fase 2 di ripresa. La verità è che finora non abbiamo fatto abbastanza investimenti né sul trasporto locale sostenibile né sulla mobilità dolce e ora ne pagheremo lo scotto. Credo arriveremo a tirare fuori dai depositi bus aggiuntivi che ora erano inutilizzati perché troppo inquinanti». La visione è del tutto contraria a quella indicata dal Comune che ha promesso ad esempio 35 chilometri di piste ciclabili aggiuntive a dicembre. L’associazione Cittadini per l’aria alza ancora l’asticella: «Bisogna attivare fino a novembre un divieto drastico di circolazione alle auto salvo deroghe quali disabilità o inaccessibilità del luogo di destinazione con altri mezzi – attacca Anna Gerometta, alla testa dell’associazione -. Siano a uso esclusivo di bici, pedoni e mezzi collettivi le direttrici indicate dal piano Pums come linee di forza del trasporto pubblico».La levata di scudi arriva dai commercianti. «Il Comune decide senza dare tempo al confronto, i negozi arrivano da tre mesi d’inferno. E Buenos Aires non è una arteria da pista ciclabile», tuona Gabriel Meghnagi, coordinatore delle associazioni di via per Confcommercio. Ribatte deciso Marco Ferrari, presidente dei Genitori antismog: «I negozianti sovrastimano i clienti in auto, è il momento di essere alleati per salvare salute pubblica e affari». Timori dall’Aci: «Se la ripartenza dipende da biciclette e monopattini, c’è molto da preoccuparsi, soprattutto in vista di una drastica e necessaria limitazione dell’uso dei mezzi».