ACCIAIERIE E FERRIERE DI PIOMBINO (AFERPI). FIRMATO IL PASSAGGIO DA REBRAB A JINDAL

ACCIAIERIE E FERRIERE DI PIOMBINO (AFERPI). FIRMATO IL PASSAGGIO DA REBRAB A JINDAL

La notizia relativa alla firma dell’accordo per la cessione di Aferpi da Cevital (dell’algerino Rebrab) a Jsw Group (dell’indiano Jindal) è arrivata ieri in tarda serata. Si era temuto, negli ultimi giorni, che lo stop della procedura di acquisto dell’Ilva di Taranto in attesa del nuovo governo da parte di Arcelor Mittal (anch’essa impegnata, ma adesso in surplace, su Piombino con la Magona d’Italia), avesse riacceso l’interesse della Jsw Group che al tempo della gara per Taranto perse la contesa con Arcelor Mittal. Invece i problemi riguardavano la definizione di particolari per l’acquisto di Aferpi e, limati gli ultimi aspetti, l’accordo è stato trovato a completamento di un’operazione avviata congiuntamente con governo e regione Toscana. Il costo complessivo per la cessione dell’azienda è di 90 milioni di €, ma il governo tramite il ministro Carlo Calenda, e la giunta regionale tramite il presidente Enrico Rossi, hanno aggiunto all’operazione (che riguarda anche lo smantellamento di vecchi impianti, le bonifiche e altre questioni come il costo dell’energia), il primo 15 milioni di € e la seconda 30 milioni di €. La fabbrica, che da anni sta lavorando soltanto a valle della produzione e a scartamento ridotto per la laminazione di prodotti lunghi, dovrebbe riprendere e rafforzare la produzione di questi laminati e, in particolare, il core business delle rotaie. Ma il piano industriale dovrebbe anche prevedere, come hanno sempre rivendicato i sindacati, gli investimenti a monte per la produzione di acciaio. Il ministro Calenda e il presidente Rossi sono soddisfatti soprattutto, non necessariamente in quest’ordine, perché : 1) la firma dell’accordo con l’attuale governo allontana eventuali incertezze che potevano sopravvenire col nuovo governo; 2) al contrario di quanto proposto nella precedente occasione (allorché a comprare l’ex Lucchini fu Rebrab), Jindal garantisce l’intero ciclo produttivo sebbene con forno elettrico anziché altoforno; 3) i circa 2000 lavoratori, compresi quelli attualmente in cassa integrazione che sono la maggioranza, verrebbero tutti riassorbiti anche se gradualmente e nel tempo. Mirko Lami, della segreteria Cgil Toscana ed ex operaio dello stabilimento piombinese, ha detto che ci sarà da capire cosa c’è scritto nei dettagli del piano industriale che deve prevedere l’impiantistica per la produzione di acciaio. Il sindaco di Piombino Massimo Giuliani si è pronunciato pochi minuti dopo l’arrivo della notizia con una nota Facebook: “Questa firma è importante perché riaccende la speranza di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie; la speranza di tutto un territorio che ha bisogno di lavoro e che vuole dare il suo importante contributo alla reindustralizzazione moderna del paese”. Avendo, noi di Alganews, seguito la vicenda fin dal commissariamento della ex Lucchini, e considerate le alterne faticose vicende che ne sono conseguite, ci sembra saggio che il sindaco, pur apprezzando questa firma, abbia aggiunto : “Non è ancora il momento di cantare, come si dice, vittoria, ma con la speranza nel cuore continuare a lottare”.