MORIRE A BOLOGNA
BAGLIONIEra grasso.Molto.Era un playboy.Molto.Aveva donne sparse in tutto il mondo o almeno così millantava.L’anno scorso conobbe Gianna Cazzi su Tinder e fu subito amore.“Shono di Bologna” disse lei.“I love Bologna” disse lui.E cominciò a parlare di spaghetti alla bolognese, che erano l’unica cosa che conosceva di Bologna.Gianna rise.Molto.Un giorno gli spiegò che non esistevano e litigarono.Molto.Poi si riappacificarono e tornarono a ridere.Molto.Che risate.Che chattate.Che porcate sussurrate via Whatsapp.Maledetta distanza però.“Gianna la prossima settimana sarò a Bologna per lavoro, devo andare a Milano e allora mi fermerò a Bologna che è sempre un’ottima base between Florence and Venice che ne dici, ci vediamo?”“Shi” rispose lei.“Allora prenoto una notte di fuoco al Baglioni, anche due”“Soccia” disse Gianna.Il project manager arrivò dall’America con un volo interminabile, prese il People Mover, chiamò un taxi e si fece portare al Baglioni.Una volta salito in camerà telefonò a Gianna.“Sono qui, ti aspetto! Ho già indosso la vestaglia dei Pokemon”.“Soccia che shesso che mi fa” disse Gianna.“Dai sbrigati che ho un toro nelle mutande” le disse, citando una frase che aveva sentito in un disco degli Squallor.Gianna arrivò al Baglioni in Mobike.Era bellissima.Molto.Salì in camera.Fred era sdraiato sul letto.“Vieni qui, accanto a me” le disse.“Shi, un attimo che mi spoglio e sono tua”.Gianna si spogliò.Era bella.Molto.Si avvicinò a Fred e lo baciò.Lui fremeva di desiderio.Si tolse la vestaglia e tentò la carica.“Aaaaaah” disse.“Cos’hai? Non ti piaccio?” disse Gianna che era un po’ insicura.“No… è che sento un dolore qui al petto e…”.Stramazzò al suolo.“Fred, Fred, Fred!” gridò Gianna.Toccò il corpo dell’uomo.Era freddo.Sì, Fred era freddo.Molto.Morì così.D’infarto.Al Baglioni.Aveva solo 65 anni.Viveva a Boston.Gianna 52.Viveva in Via Ferrarese, di fronte alle ex Officine Casaralta.Adesso sta alla Barca.
