RAFFICA DI EMENDAMENTI SU DECRETO FISCALE E MANOVRA. RISCHIO VIETNAM?

Un vero e proprio assalto a “Fort Governo”. Sono circa 900 gli emendamenti previsti al fine di modificare il decreto fiscale collegato alla MANOVRA. Secondo qualcuno, si prospetterebbe il rischio di un Vietnam per il presidente Conte. Dal momento che la faziosità non ci appartiene, ci basta far notare a questi dubbiosi “osservatori”, che siamo in presenza di una situazione dove l’imperativo è quello di trovare collaborazione da parte di tutti i soggetti in campo; non per necessità o incapacità di questo governo, quanto per il fatto che esiste un PRIMA e un DOPO. Questa è una MANOVRA che ha spaventato tutti, anche chi ha preferito giocare il tutto per tutto tentando di andare a nuove elezioni pur di NON rispondere di un operato politico e amministrativo (durato 17 mesi) dagli esiti più che opinabili. Realtà indiscutibile, visto che è stato necessario formare un nuovo governo.Forse è più facile dimenticare piuttosto che riflettere sul fatto che oggi siamo chiamati a dare risposte precise, e non certo approssimative, ad una Commissione Europea che è stata categorica nel pretendere l’assolvimento degli obblighi, peraltro concordati e accettati da tutti i paesi membri.In gioco non c’è solo il nome di Conte o di Gualtieri o di chi altro si voglia, ma bensì quello dell’Italia, e nel caso si fosse aperto un vuoto di memoria, ricordiamo che fino ad agosto dell’anno 2019, al governo del Nostro paese c’era anche un partito chiamato Lega (che non ha avuto sicuramente un ruolo marginale, ndr).Vogliamo fare ora come gli struzzi, gettando la croce su chi sta cercando, con coraggio, di mantenere l’Italia in linea di galleggiamento? Quindi, prima di parlare di Vietnam lasciamo da parte le faziosità e voliamo più alti. Non ci sfugge la criticità di una fase politica dove non sempre sembra prevalere il buonsenso; registriamo anche noi la negatività di quella brutta consuetudine che spinge certe componenti politiche a cimentarsi nel gioco assurdo del mettere le “bandierine” su risoluzioni che dovrebbero essere, non di parte, ma finalizzate ad un risultato comune; ma se anche gli “osservatori”, entrano in gioco alterando la realtà a favore di questo o quello, veramente non se ne esce più. Forse a questo punto, l’attuale maggioranza dovrebbe tirare avanti secondo il suo modo di vedere le cose; cedere a chi tira più forte i lembi della giacca è assai sconsigliabile, almeno se si vuole uscire positivamente da questa difficile MANOVRA. La rimodulazione non può essere trasformata in una sorta di Far West che crei ancora più difficoltà.Si scelga un criterio ed in base a questo si proceda. Quello che non dovrebbe accadere è la continua mediazione, che sa più di tira e molla, tra le stesse forze della Maggioranza. E’ infantile, illogico e autolesionistico, rilanciare sulle proposte presentate da questo o quel partito che ne fa parte, come accade per lo slittamento delle multe sui i seggiolini anti-abbandono; non ha senso dare quest’immagine all’esterno, soprattutto di fronte ad un’opposizione che non aspetta altro che scendere in picchiata come uno stormo di caccia da combattimento che avvistano una facile preda.Il criterio! Per prima cosa si deve stabilire un criterio e seguirlo. Il segno che questo governo dovrebbe lasciare è quello di una differenza, una discontinuità con il passato. Gli interventi correttivi è giusto che tengano conto di una facilitazione che deve essere applicata a quei prodotti ritenuti di “uso corrente”, quasi necessario, al contrario di quelli che non vengono certamente “ordinati dal dottore”. In questo senso l’aliquota Iva agevolata sui prodotti sanitari e igienici femminili, (assorbenti in primis), sarebbe assurdo se non venisse portata avanti, come richiesto dalla prima firmataria, Laura Boldrini, ed abbassata al 10% piuttosto che mantenuta al 22, come è stato finora. La Lega invece non abbonda di fantasia e insiste con i suoi cavalli di battaglia, come il condono fiscale da riaprire e prolungare.Sta comunque passando la linea di una maggiore tolleranza sulle pene accessorie, con un probabile slittamento delle sanzioni per quei commercianti ed esercenti che non permettono lo svolgimento, rifiutando il codice fiscale o di giocata, della lotteria degli scontrini. Così come sembra che tutte le Forze politiche siano d’accordo sul capitolo del decreto fiscale (art.4) che riguarda le ritenute sugli appalti.Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha delimitato il campo di intervento per migliorare il testo del decreto, ad un 5%. Se ne faccia buon uso. Dalla Maggioranza ci aspettiamo una presa di coscienza degna di chi ha l’obbligo di fare gli interessi dei cittadini, piuttosto che pensare al solo acronimo di partito.