FASE DUE: QUELLO CHE FARETE AL PIÙ PICCOLO FRA VOI…

FASE DUE: QUELLO CHE FARETE AL PIÙ PICCOLO FRA VOI…

Un giorno di ” fase due” per pandemia da coronavirus. In fila all’ Ufficio Postale. Incombenza urgente altrimenti il mantra ” io resto a casa” lo avrei continuato ad osservare non essendo preda di smanie da ” passeggiata”. Tre persone prima di me. Altre dieci dopo di me.Computer in tilt, quindi paziente attesa sotto un sole che se ne infischia delle restrizioni e della pandemia e sfotte dicendo: l’ estate sta arrivando… Nessuno ha molta voglia di chiacchierare. Le mascherine ingombrano e l’ aria che fuoriesce dalla bocca e dal naso è davvero calda. I guanti intralciano i movimenti con le mani e le dita sudano. Ma la Vita nostra e altrui è sacra e un piccolo sacrificio vale il contenimento del contagio. Si è in attesa silenti, ognuno perso dentro l’ urgenza cui è atteso. Giunge un signore. Alto, distinto . In regola con la dotazione ” da uscita”: mascherina tricolore, guanto azzurro e sciarpina di seta perfettamente abbinata. Età più o meno cinquanta anni. È uno evidentemente poco avvezzo alle poste, alle file, alla tipica ” pazienza da pandemia”. Si immerge dentro l’ irreale e fantascientifico silenzio che caratterizza quella attesa . Non gli è evidentemente congeniale e inizia con il classico sbuffo da impazienza. Quindi e in perfetto ordine cronologico:“Gli uffici pubblici non funzionano mai.Lo fanno di proposito a fare stare la gente sotto il sole in fila.Gli impiegati sono indolenti perché non lesinano lo stipendio, ancora per poco però. ” La gente in fila, sudata, stanca, accaldata, non reagisce all’ input da dibattito/ comizio. Quindi si prosegue con :“Non ne verremo fuori.Neppure in Chiesa si può andare eppure ne abbiamo tutti bisogno perché Dio ci sta punendo. ” Io che mi sento mondata da ogni colpa, sulla via della beatificazione,solo per il fatto di ascoltarlo, vorrei replicare ma lascio perdere per non rischiare il “sermone postale”. Infine il tocco da gran maestro:“Non si vede una pattuglia in giro a fare i controlli.Quando ci sono le ” Merde dell’ Africa ” ( testuali parole) sono tutti a scondinzolare dietro quei ” Neri del caz…” Giuro. Ho cercato di fare finta di non avere udito. Ho detto a me stessa: Marina sei in fila, sei sudata, sei stanca, sei pure arrabbiata, magari hai persino capito male … Ma, purtroppo, vive in me Hulk. Incontrollato e incontrollabile viene fuori e trasforma una tranquilla donna in tubino nero e tacco a spillo in una Erinne forse anche un tantino verbalmente violenta. Dimentica della fila, ho azionato il tacco e mi sono portata nei pressi dell’ individuo mantenendo responsabilmente la distanza di sicurezza….per lui, ovviamente. Ho abbassato la mascherina,( si lo so, grave imprudenza) perché per dire certe cose occorre che l’ altra parte veda il labiale e, con il più bel sorriso di cui sono capace gli ho detto:_Meno male che la Chiesa è chiusa e lei non ci può andare! – Lui mi ha osservata stupito. Quasi lusingato per la retta che gli stavo dando. Lusinga di breve durata perché poi ho proseguito dicendo:_Cristo ha detto ” quello che farete al più piccolo fra voi,lo avrete fatto a me” Se lei fosse entrato in una chiesa dopo avere detto queste parole, Cristo sarebbe sceso dalla croce e le avrebbe dato un paio di sonori ceffoni_ Paonazzo mi guardava e per un attimo penso di avere rischiato io il ceffone. Ma avevo il miei tacchi 12 cm e con loro sono invincibile. L’ uomo mi ha invitata molto sgarbatamente a sollevare i tacchi e andare a casa a lavare piatti. Mi ha resa edotta che lui era in un luogo pubblico e poteva dire ciò che voleva e se mi disturbava potevo lasciare il posto della fila ad altri. Sempre col sorriso , quello in cui a ridere non sono gli occhi, gli ho risposto che proprio perché era in un luogo pubblico non poteva dire cose che offendono i sentimenti altrui. E che la sua libertà di pensiero si chiamava razzismo, come tale, socialmente riprovevole. Rispettavo le sue idee politiche purché non si traducessero in offesa al mio sentire. E i miracoli accadono. Persino nella fase due… I silenti in fila hanno ritrovato la parola. Fra di loro solo due hanno dato ragione al signore. Tutti gli altri si sono dichiarati offesi dalle sue parole perché rivolte nei confronti di altri esseri umani. L’ uomo infastidito dalle reazioni contrarie alle sue aspettative , ha lasciato la fila e, brontolando, è risalito in macchina alla ricerca probabilmente di un ufficio senza fila e senza strani esseri parlanti. Sondaggio sul campo in un ufficio postale a Reggio Calabria: ottanta per cento non razzisti ! Ero felice tornando a casa dai miei ragazzi. Sorridevo sotto la mascherina. Confesso di averla abbassata in macchina per guardare nello specchietto il ” sorriso dell ‘ umanità” : il mio, quello della gente in fila con me e quello dei deboli la cui dignità, nel nostro piccolo, abbiamo voluto difendere.