LA BOMBA BATTERIOLOGICA FRANCO-CINESE DI WUHAN: L’INCHIESTA DI LE MONDE SU LABORATORIO CINESE

LA BOMBA BATTERIOLOGICA FRANCO-CINESE DI WUHAN: L’INCHIESTA DI LE MONDE SU LABORATORIO CINESE

Le prove non ci sono ma il sospetto rimane. E soprattutto c’è una donna, un’esperta scienziata cinese, che potrebbe fare chiarezza su quanto è realmente accaduto nel laboratorio di Wuhan. Si chiama Shi Zhengli, 55 anni, e a lei si devono le maggiori ricerche sui virus portati dai pipistrelli. Forse la Signora dei Pipistrelli o BatWoman, come viene chiamata, potrebbe sciogliere tanti dubbi: i francesi la conoscono perfettamente perché è stata addestrata a Lione nel laboratorio ad alta sicurezza Jean-Merieux e per la sua tesi di laurea ha passato qualche anno a Montepellier. Per la Francia il laboratorio di Wuhan è una ferita sanguinosa all’orgoglio nazionale che riguarda tutti noi. Le Monde dedica due pagine di reportage con notizie e interviste sul famoso laboratorio P4 di Wuhan totalmente costruito dai francesi, con ricercatori cinesi addestrati a Lione ma dove mai i ricercatori francesi hanno potuto mettere piede nonostante un accordo che prevedesse la loro presenza. L’unico che è entrato e ne sa qualche cosa, infettivologo René Courcol, tiene la bocca chiusa. Non solo: i cinesi sul virus non hanno passato nessuna informazione ai francesi. Secondo il ministero della Difesa, la Francia all’epoca avrebbe consegnato a Pechino una sorta di “bomba batteriologica”. Non ci sono ancora prove che il coronavirus sia uscito da lì ma il sospetto, anche in Cina, rimane. Una cosa è certa: l’opacità cinese è totale e ci sono seri dubbi che la cooperazione con Pechino possa continuare.