LA (N)EUROTASSA PER SPIANARE IL TURCHINO DELLO SPREAD

LA (N)EUROTASSA PER SPIANARE IL TURCHINO DELLO SPREAD

Ieri, sulSole, è apparso un editoriale dell’economistaInnocenzo Cipolletta, uomo che ha solcato decenni di vita pubblica italiana in vari ruoli, da direttore generale di Confindustria a presidente di FS e che tuttora ha una discreta collezione di gettoni di presenza in vari consigli di amministrazione, tra pubblico e privato. Già il titolo è inquietante: “Una manovra alla Ciampi con tassa anti deficit“. Lo svolgimento è pure peggio. La domanda di Cipolletta è: ma serve, questa “flessibilità” chiesta ogni anno in abbondanti dosi alla Ue?La risposta è negativa; lo è anche per me nel senso che gli italiani persistono in questa credenza sciamanica secondo cui la crescita proviene dal deficit, sempre e comunque. Tornando a Cipolletta, l’azione alternativa da egli suggerita è quella di imitare quanto fatto daCarlo Azeglio Ciampiper far convergere la lira all’euro. Una “tassa per l’Europa”: Oddio, adesso da dove comincio? Forse ricordando a Cipolletta che, oggi, il problema italianonon èl’incidenza della spesa per interessi sul totale di quella pubblica?Proprio così, e si noti che, stante l’elevata vita media del nostro stock di debito, servono circa sette anni per trasmettere interamente un rialzo dei rendimenti sui titoli di stato. Con la convergenza l’Italia effettivamente risparmiò molto sul costo del servizio del debito, ma solo per buttare quel risparmio in nuova spesa pubblica quasi tutta corrente. Prosegue quindi Cipolletta, illustrando la sua proposta: Allora:a parte quella stima di riduzione dello spread (almeno 70 punti, intesi come centesimi di punto percentuale), che non si sa da quale modello econometrico sia uscita (Cipolletta sarebbe così gentile da farcelo sapere?), avete notato il moto perpetuo? Aumentiamo l’Iva o riduciamo la spesa, e così avremo la possibilità di aumentare la spesa! Ma come diavolo abbiamo fatto a non pensarci prima? Il “modello econometrico” di Cipolletta, che ricorda il macchinario del Mago di Oz, ritiene che la riduzione del deficit, o meglio l’aumento di avanzo primario, da solo determini una riduzione del premio al rischio Italia, cioè dello spread.Non considera neppure lontanamente l’effetto depressivo che aumenti di imposte causerebbero sulla domanda aggregata, evidentemente perché ritiene che su tutto farebbe premio il “crollo” dello spread ed il rovesciamento delle attese degli operatori economici, che si fionderebbero ad investire. Si tratta di un modello piuttosto spericolato, mi pare. Se fosse sufficiente aumentare l’avanzo primario per indurre crolli dello spread, l’Italia manco sarebbe entrata in questo tunnel infernale che dura da quasi trent’anni, fatto di avanzi primari ampi e crescenti per ridurre il premio al rischio ed ammazzare la crescita, mentre ilpolicy mixrestava di cocciuto tassa e spendi. Per non parlare della assurda similitudine con quanto fatto da Ciampi, un’era geologica addietro. Più che un’Eurotassa, una neurotassa. Come se “ce lo chiedesse l’Europa”, a cui invece delle idiozie italiane interessa il giusto, cioè di non pagare per i nostri casini. Prosegue dunque il florilegio di proposte per sollevare il paese tirandolo per i capelli o le stringhe, dopo aver preventivamente spianato il Turchino. Questa è la produzione dei nostribest and brightest: ogni paese ha quelli che si merita, evidentemente. Io le raccolgo tutte o quasi, diligentemente. I posteri le useranno per svagarsi e ridere durante le serate invernali e non solo.