L’EMERGENZA SANITARIA RALLENTA LA GLOBALIZZAZIONE E TUTTO CIÒ CHE GIRA INTORNO

L’emergenza sanitaria ha diversi effetti, tra questi un forte rallentamento della globalizzazione e quindi tutto ciò che ad essa era connesso, industrie in difficoltà per l’esportazione, tutto il sistema di trasporto, una situazione che nel nostro Paese è ancora più sentita dopo la scelta dello smantellamento del sistema industriale legato al mercato interno.Se c’è qualcosa di positivo, scusate il cinismo, in tutto questo è la speranza che qualcuno comprenda la debolezza delle scelte economiche del passato, l’aver pensato che la tecnologia tutta importata potesse farci crescere in un modello quasi esclusivamente legato al lavoro terziario, il paradosso quindi di aver visto forze politiche da un lato sostenerlo fortemente, dall’altro minacciare chiusura di frontiere in modo demagogico.Insomma, non si vive di agenzie immobiliari, di viaggio, franchising di gelaterie, di ragazzi nei call center o che ti portano le pizze a casa, avevamo una cultura industriale forte, che puntava molto sulla ricerca, sulla produzione di macchinari per automazione, qualcosa che aiutava a snellire la produzione, ma soprattutto metteva in condizione di lavorare con più sicurezza.Abbiamo abbandonato la ricerca di soluzioni anche economiche per favorire la partenza del mercato interno, redditi più alti, orari di lavoro più consoni al progresso, diritti e doveri, si è preferito invece colpire il motore della crescita, i lavoratori, favorendo solo la carrozzeria, gli imprenditori dediti soprattutto ai loro giochetti finanziari.Insomma, si capirà prima o poi che la Ferrari con il motore della 500 non serve, anche se costruita negli Stati Uniti.