REFERENDUM, QUO VADIS?

REFERENDUM, QUO VADIS?

Questa una nota diramata circa dieci giorni fa dall’Autorità garante nelle telecomunicazioni comunemente conosciuta come Agcom: “Constatata l’assoluta inadeguatezza – afferma l’Authority – dello spazio assicurato finora dalle emittenti radio-televisive alla trattazione dell’argomento relativo al ‘referendum popolare confermativo del testo della legge costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, il consiglio dell’Autorità per le comunicazioni ha deciso, anche a valle dell’atto di indirizzo adottato nella riunione del 27 gennaio, di rivolgere un ordine a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici affinchè trattino la tematica referendaria in maniera adeguata, per garantire a tutti i cittadini un’informazione completa e obiettiva”. Un richiamo ufficiale al fine di vedere riconosciuta la corretta concorrenza degli operatori del mercato e garantire il pluralismo e la libertà nell’informazione. Fatta questa opportuna premessa, non vi è chi non veda come il disattendere questa raccomandazione sia divenuto normale. Forse perché si è consapevoli che il potere sanzionatorio di Agcom è a posteriori con l’irrogazione di sanzioni amministrative o con il cosiddetto ” procedimento di impegni” che prevede entro 30 giorni dalla contestazione la redazione di una ” proposta di impegni condizionata inderogabilmente alla immediata cessazione della condotta che è stata contestata”. Si comprende come con una reazione a posteriori si può ben continuare a perpetrare l’abuso. E non pare vero che in questo momento in cui l’Italia è in ginocchio a causa del rischio pandemia da coronavirus , potere distrarre i cittadini usando come mezzo proprio la loro paura. Ogni notizia relativa al referendum, pure imminente, cede il posto a continue trasmissioni scientifiche o pseudo tali con giornalisti o sciacalli secondo i gusti del telespettatore medio. Il Referendum tace. Ma non viene sospeso il tempo che ci separa dal voto. Il 29 marzo prossimo si vota per confermare o meno la legge dell’ottobre 2019 di revisione costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. È un referendum che rientra nella procedura prevista per tutte le leggi che intendono cambiare la Costituzione. Non ha bisogno di quorum per essere valido. Anche se andranno 10 persone a votare, se voteranno Si o No sei persone( la maggioranza dei votanti) la legge sarà o non sarà approvata. È una legge voluta dalla maggioranza di governo con la populistica giustificazione che genererà il risparmio dentro la politica. Le ragioni del NO si basano su alcune considerazioni :1) il risparmio si ha tagliando i vitalizi, eliminando la pensione e la conseguente reversibilità agli eredi e tornando al concetto onnicomprensivo di indennità di cui all’ art. 69 della Costituzione. 2) la riduzione dei parlamentari genera una perdita in rappresentatività a scapito delle regioni con meno densità demografica. È collegata alla nuova legge elettorale che prevede la riduzione del numero dei collegi. 3) la riduzione del numero dei parlamentari si inserisce nel più ambizioso progetto di spoliazione delle prerogative del Parlamento che condurrà a renderlo mero notaio ratificante delle decisioni di un Esecutivo potente , fino ad arrivare al vero progetto di un Presidenzialismo mascherato di democrazia. 4) Salvini e Meloni hanno predisposto la raccolta firme per presentare una proposta di legge per l’elezione diretta del Capo dello Stato. 5) paragonare la Costituzione Italiana ad altre costituzioni e, conseguentemente, portare ad esempio altre democrazie rappresentative che non tengono conto delle ragioni storiche e sociali del nostro Vangelo Civile,significa fare opera di revisionismo storico e di negazionismo. La Costituzione è il baluardo della nostra Democrazia. Perfettibile nell’attuazione ma immodificabile nei pilastri. La Costituzione si difende con la Conoscenza.Consentendo a tutti, sia che poi propenderanno per il Si sia che voteranno No, di formarsi una coscienza critica, non pedissequamente omologata a un pensiero dominante. Modificare la Costituzione è una Responsabilità dei cittadini.Traghettare il paese consapevolmente ed eufemisticamente verso il presidenzialismo o mantenerne la struttura di equiparazione dei Poteri dello Stato è responsabilità dei cittadini. Solo l’Informazione è paladina delle Scelte Consapevoli. Una Informazione libera, onesta, scevra da preconcetti e pregiudizi, che rende al cittadino il servizio della chiarezza sulle posizioni. Solo dopo il cittadino con la matita in mano potrà decidere secondo scienza e coscienza. Ma nel silenzio e nella distrazione si consuma il dramma peggiore: la morte di una indifesa Costituzione, sacrificata sull’altare dei più svariati populismi.