CONFESSIONE DI UN DINOSAURO

Invecchiando capita di non sentirsi più parte della realtà che ci circonda, magari non per tutto ma per quei campi specifici che più hanno suscitato le passioni della nostra vita.Mi capita per la politica, mi capita per la musica e mi capita per i motori, ed è di questa ultima passione sperticata che mi piace scrivere oggi. Sono cresciuto in una famiglia motoristica, mio nonno paterno fu un pilota motociclista negli anni della Frera e della Guzzi e mio padre ha lavorato tutta la vita in aziende automobilistiche, nulla di strano quindi che io abbia i motori nel DNA.I miei sogni di ragazzo si popolavano di Daytona, di Silver Cloud e di Iso Rivolta, nomi dimenticati di autentiche opere d’arte, ognuna diversa da tutte le altre. Mi bastava scorgerne la curvatura di un parafango per identificarle senza possibilità di errore.Da adulto ho sempre avuto automobili sopra le righe, di quelle che nuove non avrei potuto permettermi ma che compravo usate di 2 o 3 anni e ne ho cambiate moltissime, sempre più belle, più grosse, più potenti.Oggi mi ritrovo in un mondo capovolto, dove le automobili hanno la spina come la lucidatrice di mia madre e sono di tre soli tipi, identiche seppur con nomi diversi nelle loro categorie. Ho provato a mettermi al passo comprando una macchina “normale” adatta ad un pensionato, comoda e tecnicamente perfetta, ho provato a farmi piacere i suoi gadget elettronici e le sue plastiche di ultima generazione… niente da fare.Quella macchina è altro da me, proprio come il grillismo e le canzonette di Sfera Ebbasta e se mi soffermo a pensarci mi intristisce esattamente come loro. Mi spiace per l’ambiente, per Greta e per gli ingorghi del centro storico. Domani inizio la ricerca di un nuovo “macchinone” e la sola idea sta stampando un sorriso ebete sul mio muso da dinosauro.