L’ULTIMA LETTERA DI ALBERTO SORDI DEDICATA A ROMA

L’ultima lettera di Alberto Sordi, dedicata a Roma -Roma della gente.(Toto Torri)–Aurelia Sordi, l’ultima sorella di Alberto, con il quale era legata visceralmente fin da ragazzina, sua fan sfegatata, si vedeva più volte i suoi film nella saletta proiezione della villa e appena lo vedeva diceva al sempre la stessa frase “Arbè stavorta te sei superato” e Alberto: ”lo dicevi pure quando facevo la comparsa le prime volte. Te vojo bene tanto Aurè”.La saletta proiezioni, era nel villone di Via Druso, ai piedi delle Terme di Caracalla, a destra il Colosseo, sullo sfondo il Cupolone di San Pietro. La Grande Bellezza, così dava loro il buongiornoAurelia la sorella di Alberto, desiderava rendere pubblico un suo scritto, circa un anno dalla scomparsa, per la prima volta in veste ufficiale, non si era mai mostrta prima, fece organizzare “Alberto Sordi , un italiano a Roma” al salone di rappresentanza del Milite Ignoto, a Piazza Venezia, alla presenza di pochi giornalisti, non esisteva un ufficio stampa e Vincenzo Mollica,il bravo cronista di Rai uimo fece qualche telefonata.Aurelia, dopo poche parole informali e gli occhi bagnati, fece dono della copia originale dellultima lettera che scrisse per omaggiare Roma e la sua gente.”Roma non è il posto delle noccioline, rispetto le città del Nord e spero che nessuno mi accusi di presunzione, se dico che Roma a pensarci bene, a vivere senza pretese non è una città come le altre, anzi non è nemmeno una città, sarebbe meglio definirla un’atmosfera, una condizione sentimentale, ecco perché è difficile un po’ capirla, ci vieni per lavorare o per divertirti, per intendere Roma non bisogna darle importanza, risentimenti, soggezione, bisogna respirare e aspettare e allora vedere che piano, piano, i vitelloni, i bulli, i regazzini, i preti, i bancarellari, i burocrati, le soubrettine, i nobili rimasti,pensino venire e convincerci a somigliare tutti e non siamo uguali, perché le figure sono attraverso quello stato d’animo che è Roma. In che cosa consiste questo stato danimo, che riduce a poveruomo anche il potente e il crudele. Badate non è indifferenza, insensibilità, è invece la più autentica umanità. Questa umanità, figura per figura, vado raccontandola, senza lirismi fasulli, la porto a spasso per il mondo a cercare cose e figure nuove. Poi quando torno a casa e mi riposo e riordino le idee, la sento sussurrarmi, senza offese e presunzione: Caro mio l’umanità sta tutta qui. Dove vai a cercarla!”Alberto Sordi.t.t.