BUIO. FILM D’AUTORE ANZI D’AUTRICE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

BUIO. FILM D’AUTORE ANZI D’AUTRICE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Prende due piccioni con una fava Emanuela Rossi, con il suo film d’esordio. Anzi tre. Il suoBuiotende la mano al cinema di genere, da troppo tempo dimenticato nelle produzioni cinematografiche italiane. La sua opera si sposa (più o meno) con la situazione che stiamo vivendo, anche se da un paio di giorni ci sentiamo meno prigionieri di prima. Infine, è il primo film da “cinema a casa”. Uscirà infatti sul magazine e database online Mymovies, in direct to video grazie al coinvolgimento delle sale cinematografiche, che potranno invitare il pubblico alla visione VOD (Video On Demand) attraverso le proprie mailing list. Ogni cinema avrà il suo link per intenderci. Il rapporto commerciale tra la Courier Film, che ha prodotto e distribuirà il film, ed esercenti sarà regolato dal rapporto di noleggio, in percentuale (il 30 per cento) sull’incasso netto. Per gli spettatori il prezzo del “biglietto” sarà di 4 euro e 90 centesimi.IlBuiosarà presentato dalla regista ad un numero limitato di persone giovedì 7 maggio alle ore 21, mentre dal giorno dopo, per 15 giorni, sarà visibile a tutti. Sembra quasi un segno del destino. Il primo film del “nuovo” corso cinematografico racconta, tra le mura di una casa, l’apocalisse che sta mettendo il mondo alle strette. Si può parlare di uno sguardo quasi profetico, considerando i tempi che corrono. “Nel film il tema ambientale è molto forte, c’è questa evocazione continua dell’Apocalisse, ma non viene detto quanto sia reale, però possiamo dire che in qualche modo è arrivata se guardiamo certi squarci del film su Torino, inquietanti, quasi distopici” ha raccontato la regista al quotidiano onlineCinecittàNews. In questo lungometraggio però la pandemia non è il baricentro del racconto. Ci vengono mostrate tre sorelle recluse tra le mura domestiche, dal padre che definisce la loro prigionia necessaria, perchè “le donne non sono abbastanza forti per stare là fuori”. Una quarantena tutta al femminile che lascia intendere come l’anima della storia sia racchiusa nel rapporto tra uomini e donne all’interno dei nuclei familiari, dove la pandemia globale rappresenta solo l’incentivo per costrizioni senza vie di fuga. L‘opera prima di Emanuela Rossi segna il ritorno al cinema di genere, con uno sguardo d’autore volto a riprendere uno dei tanti filoni che nel corso degli anni sono andati a scomparire nel panorama italiano. Ci si aspetta anche un rinnovamento del genere stesso con tocchi di iper-modernità, in questo primo passo verso il cinema dell’oggi e del domani. Rinnovamento che passa anche dalle scelte ottiche di Marco Graziaplena, giovane e talentuoso direttore della fotografia, reduce da una doppia collaborazione con il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche, e dalle scenografie del più esperto Massimo Santomarco. Il film ha vinto il Premio Raffaella Fioretta per il Cinema italiano ad Alice nella città 2019 ed è stato presentato al Festival Univerciné Italien di Nantes 2020, dove ha vinto il Prix des Lycéens, aggiudicato da una giuria composta da studenti di diverse scuole superiori della regione di Nantes. Ma i premi vinti non saranno le uniche cose di cui Claudio Corbucci, produttore e co-sceneggiatore del film, potrà vantarsi. IlBuiosegna la svolta verso una nuova forma di distribuzione. Come spiega Antonio Carloni, direttore commerciale che si occupa della distribuzione del film, al quotidianoIl Messaggero:“Abbiamo inventato questo sistema e saremo i primi a sperimentarlo. Finora hanno aderito una cinquantina di esercenti in tutta Italia per un totale di circa 80 sale. Prima erano contrari al web, ma in questo momento appare l’unica strada percorribile”. Insomma un cinema d’autore, di genere e nuovo. Un film che ricorderà le atmosfere del bunker di10 Cloverfiel Lane(qui l’apocalisse era causata dall’attacco di mostri giganti) e quelle della tragedia subita da madre e figlioletto inRoom, vittime di un maniaco sequestratore ispirato a Josef Fritzl. Ma soprattutto le protagoniste delBuiole protagoniste rimembrano il fratello e le due sorelle del filmKynodontas, capolavoro claustrofobico del regista greco Yorgos Lanthimos, uno che di scenari distopici se ne intende un bel po’ e dal quale Emanuela sicuramente è stata influenzata artisticamente. Buon per lei e buon per noi spettatori.