L’ESTREMA DESTRA SI ALLENA NELLE CURVE DEGLI STADI

Ogni volta che non se ne può fare a meno, ecco che si mettono sotto osservazione, a parole, le curve degli stadi. E così par di capire che sono proprio loro, le curve, i padroni del campo non solo di gioco. Perché è stranoto da trent’anni almeno che proprio le curve sono state trasformate in campi paramilitari in cui l’estrema destra si allena e si organizza. Lo sa la polizia di stato, lo sanno i carabinieri, lo sanno benissimo i nostri servizi di sicurezza. Ma fin qui ha vinto la volontà politica di chi non voleva chiudere quelle palestre impropriamente militarizzate. Così, son cresciuti, hanno avuto tutto il tempo per strutturarsi, per allenarsi, per essere efficaci. Gli stadi sono stati la culla di molto neonazismo e neofascismo. Culla protetta dal potere, in parte sotto ricatto, in parte convinto di poter usare a piacimento quelle riserve. Hanno pensato di dar l’idea di non cedere a quel ricatto con il daspo, una camomilla per affrontare un cancro. Son cresciuti indisturbati perché così si è deciso che dovesse andare. Fottendosene della costituzione. Razzismo e antisemitismo nei cori della curva laziale non sono accidentali, è solo parte della colonna sonora di plotoni in marcia da molto tempo. Pensano sia venuto il loro momento.