L’IMMATERIALE VITTIMA DI “TECNICI” IRRESPONSABILI

L’IMMATERIALE VITTIMA DI “TECNICI” IRRESPONSABILI

È l’immateriale a tenere assieme un Paese, perché ne salda le coscienze, lenendo i traumi, aumentando la consapevolezza.Il silenzio Ministeriale sui teatri svela un modello violento del tutto assoggettato alla cecità del capitalismo: l’essere umano è ormai un consumatore di beni, e tutto ciò che si può quantificare allora è prioritario. Riaprono i produttori di numeri -fabbriche, botteghe, commercio al dettaglio. Ciò che invece sfugge ai parametri è ciò che appartiene al “tempo libero” -un giorno dovremmo interrogarci seriamente sulla luce abbagliante di certe locuzioni, in cui il tempo è libero perché contrapposto a un tempo che libero non è, se non proprio schiavo. E ciò che appartiene al tempo libero è inquantificabile, non misurabile. È invisibile. E tutto questo, purtroppo, con un concorso di colpa di troppi professionisti del settore, è ciò di cui la Politica si bea quando parla dell’Italia: la Cultura, l’Arte, i paesaggi, il mare e via dicendo. Le radici del Paese, l’immateriale invisibile eppure così visibile nel succedersi dei secoli, radici così ignorate, così mortificate. E i suoi lavoratori, evidentemente, non sono neanche degni di sapere cosa succederà ai teatri, al loro pubblico, alle strutture stesse, perché i tecnici del Ministero, o chi per loro, non si riesce a capire, in un trionfo di opacità che sa più di disinteresse che di altro, nulla dicono. E chi sono questi tecnici? Non si sa, forse non ci sono proprio figure preposte a una valutazione che siano in grado di stabilire quando i Teatri riapriranno e come. Si riesce a mettere in sicurezza una fabbrica, una bottega ma non si riesce a proporre nulla sui teatri in due mesi e passa di chiusura. Sarebbe meglio allora chiuderli i teatri, un gesto netto, potente, vibrante, iconoclasta, ma onesto, coraggioso, a suo modo pieno di prospettiva, ma non c’è nessuno che abbia il coraggio di assumersi la responsabilità di un gesto così onesto. Non c’è nessuno che si assuma una responsabilità che sia una. Resteranno le macerie, i vortici di polvere, le cazzate olimpioniche dette lasciando uno sconforto hiroshimatico in tutti e uno squallore di fondo di cui davvero non c’era proprio bisogno.