“SEI LAZIALE CREPA!”, DIACONALE, CAPO UFFICIO STAMPA BIANCOCELESTE, MALATO, NELLA BUFERA SOCIAL

“SEI LAZIALE CREPA!”, DIACONALE, CAPO UFFICIO STAMPA BIANCOCELESTE, MALATO, NELLA BUFERA SOCIAL

Lo schifo dei socialArturo Diaconale ha 73 anni. È un giornalista di razza. Notista politico e vice capo della redazione romana de “Il Giornale”, fondatore e direttore de “L’opinione”, consigliere d’amministrazione in RAI. Da poco tempo, capo ufficio stampa della Lazio per amore. Non prende un centesimo.Arturo non sta bene. È ricoverato in un clinica romana in prognosi riservata. Il virus non c’entra.Gli stanno dicendo di tutto, tra Twitter e la sua pagina Facebook.“A laziale schifoso, devi morire!” è il commento standard. La sua “colpa”? Diffondere il verbo del suo presidente, Lotito, che vorrebbe tanto che il campionato ricominciasse. Ma soprattutto, essere laziale. Da sempre.Gli insulti peggiori vengono da romanisti, juventini e bergamaschi.C’è chi prova a difenderlo ma viene a sua volta sommerso di improperi.Allora ripensi ad Eco (“I social hanno dato voce a tutti”, diceva amaramente il prof), e sogni un social con la patente a punti. Ogni commento ad minchiam tot punti in meno. E gli odiatori di professione starebbero più zitti.Dai Arturo, vecchio e caro amico mio. Come sai, non sono laziale. So solo che sei una persona (una bella persona, per di più). E vai rispettato.Torna presto