UNA LETTERA AL GIORNO PER UNA VISIONE SOLIDALE DELLA DIVERSITA’

UNA LETTERA AL GIORNO PER UNA VISIONE SOLIDALE DELLA DIVERSITA’

una lettera al giorno, 2 dicembre mi sono svegliata triste, ieri sera qualcosa che ho visto in tv mi ha fatto fare un click nel cervello, qualcosa che capita poche volte nella vita. E da ieri sera qualcosa è cambiato, profondamente.Nel sesto episodio di Gomorra (attenzione spoiler per gli appassionati) uno dei nuovi protagonisti spara in testa a un uomo davanti al figlio disabile.Nella scena precedente si vede l’uomo che aiuta il figlio ad uscire da una piscina dove fa terapia per salire su una sedia a rotelle speciale.Ecco quell’immagine è stata uno shock per il mio cervello.Ha aperto uno squarcio terribile. Mi ha trascinata dalla finzione scenica alla realtà.La fine di quell’uomo era la fine di quel ragazzo, anche se restava vivo davanti al cadavere di suo padre. E non solo per la questione emotiva affettiva e psicologica.Al di là della violenza visiva di quel gesto funzionale al racconto della serie, la verità è che in Italia un ragazzo, un bambino disabile se non ha un genitore totalmente dedicato (e come solo un genitore può esserlo) non può fare quasi nulla.Un genitore che lo accompagna a terapia, lo segue, lo sostiene, che lo porta avanti nonostante la vita lo voglia tenere agganciato alla sua disabilità.Anche io ho perso mio padre a 18 anni, non gli ha sparato nessuno, una metastasi al cervello se l’è portato via in due mesi, mia madre ha fatto tutto quello che poteva per portarci avanti. Tre figli, di cui uno di 12 e uno di 1 anno.Noi non avevamo “bisogni speciali”, crescendo siamo stati in grado di potercela cavare da soli, lei ci ha portati avanti. Da sola. Come solo una madre può fare anche quando tutto il resto del mondo sembra essere crollato.Ecco perché stiamo girando il nostro documentario sulla diversità: per raccontare la forza di queste famiglie, di queste persone, perché è necessario che si crei una rete di altre persone che possano prendere coscienza dell’aiuto che serve a una famiglia che ha bisogni speciali.Perché si crei una rete di solidarietà, una visione della diversità che non sia lontana ed esterna, ma vicina e dentro a queste famiglie. Noi ne racconteremo alcune, ma sono tante, troppe, per fare finta che non