LA RESISTENZA DEI CINEMA E I BIGLIETTI RESPONSABILI, “ON DEMAND”

«Caro pubblico, resistiamo». La scritta è comparsa ieri sulla facciata dell’Anteo, chiuso dal 27 febbraio. Il colpo d’ala del camaleontico grande schermo milanese adesso arriva. Si parte da una idea: la sala virtuale. Scegli il cinema dove «andare» e persino il posto a sedere da «occupare», compri online il biglietto e ti godi la visione del film di prima visione dal divano di casa. Partiranno a giorni due piattaforme: la prima di Spazio Cinema (Anteo), alla seconda – lanciata da Lucky Red – aderiscono per ora Mexico, Palestrina, Eliseo, Colosseo e Arlecchino, forse in seguito anche il Centrale. Il 18 maggio esce così Les Misérables, opera prima sulle banlieu parigine che in Francia ha fatto furore (visto a parigi, bellissimo, ndr ! ).Certo, ragionano gli esercenti, potenziare le piattaforme vuole dire correre il rischio di incoraggiare l’abitudine a disertare i cinema anche dopo. Ma potrebbero consentire di raggiungere maggior pubblico potenziale. E comunque, arrivati a questo punto, con la concorrenza dei vari Netflix che la fanno da padrona, non c’era scelta. «Se teniamo chiuso altri tre mesi, molte sale non riapriranno più», dice Lionello Cerri.Il patron dell’Anteo progetta il rilancio con un drive-in, oltre che con le arene estive rivisitate, mentre Cristiana Mainardi ha ideato il progetto «Caro Cinema» per spingere a raccontare il rapporto tra solitudine (la quarantena) e immagini. Mentre il Beltrade, il mio cinema favorito, non si è mai fermato: streaming di continuo e vitalità alle stelle. La domanda, comunque, è con quali tempi sarà possibile la riapertura fisica e quali investimenti saranno necessari “dopo”.Se ne discute lunedì alle 10 alla “conferenza” in streaming della Iulm, guidata dal rettore Gianni Canova: come reagisce la cultura al covid? Limiti al numero di biglietti, igienizzazione continua, aria condizionata «ripulita», sedili con rivestimento da cambiare dopo ogni proiezione. Senza fondi, chi ce la fa ?