L’ITALIA DELL’ODIO DIMENTICHI SILVIA ROMANO. E LA LASCI IN PACE

L’ITALIA DELL’ODIO DIMENTICHI SILVIA ROMANO. E LA LASCI IN PACE

Bene, e allora a questo punto rimandiamola in Kenia. O in Somalia. A calci in culo.  Almeno i cattivisti italiani in servizio permanente effettivo saranno contenti. Sì, già li immaginiamo  davanti alla tastiera dei loro computer,  scrivere ogni sorta di nefandezza contro Silvia Romano, la cooperante liberata due giorni fa, dopo un anno e mezzo di prigionia.   Su di lei hanno detto cose vergognose durante il sequestro, inqualificabili nel momento della liberazione. Quando poi Silvia ha sceso la scaletta dell’aereo che l’aveva riportata in Patria, vestita con abiti islamici, la cloaca si è aperta è ha inghiottito l’ultimo soffio di civiltà. La  conversione all’Islam della Romano    è diventata addirittura  un affare di Stato. Su questo punto abbiamo  letto cose da far rabbrividere anche Goebbels. Invece di esser felici per una vita salvata, hanno gridato allo scandalo e scritto frasi apocalittiche. ‘ Al posto dei genitori qualche problema me lo farei, ad avere una figlia convertita all’islamismo. Anzi, la ripudierei’. Pazzesco. Per una semplice conversione religiosa. Di una ragazza che aveva scelto di aiutare gli ultimi   in un orfanatrofio del Kenia. Nell’Africa nera. Una cosa di cui andar fieri, semmai. Detto per inciso: fosse capitata a noi, una figlia così, le avremmo sussurrato semplicemente: ben tornata a casa, piccolo amore, siamo felici di riaverti viva. Al contrario, agli ottusangoli da testiera che ingoiano   fiele  ogni giorno per la loro vita grama   non è parso vero di gridare al complotto, al rischio di attacchi  jihadisti, alla vergogna di vedere partire Silvia  cristiana e tornare islamica. Che schifo, ce l’hanno rovinata, hanno pensato in molti. Ridateci indietro quella di prima.  E giu’ altre contumelie. Che poi: come se alla parte sana della Nazione interessasse davvero qualcosa di questa conversione. Alla parte sana della nazione interessa che la Romano sia stata liberata.  Interessa il sorriso raggiante  di quando lei  è atterrata a Ciampino, la gioia dei suoi genitori nel poterla riabbracciare.  Punto.  Poi atea, cristiana, ebrea o islamica, incinta o sposata, davvero: che differenza fa? Alla parte sana della Nazione interessa sapere che Silvia sta bene, e che potrà riprendere una vita normale. Libera e serena. Questo interessa. Ma la fogna a cielo aperto, fortunatamente una minoranza del Paese, peraltro ben istruita negli anni dall’estrema destra dei rosari, dei selfie e dei comizi urlati in coattese,  si è manifestata in tutto il suo fetore con il presunto riscatto per la liberazione di Silvia. Con la calcolatrice c’era già chi sottolineava come con quei soldi, chissà quanti italiani potevano esser aiutati  tra coloro i quali avevano perso  il lavoro per colpa del coronavirus. In effetti,  in queste settimane , la parte sana della Nazione si è chiesta la stessa cosa sui quarantanove milioni di euro che la Lega ha preso dalle tasche degli italiani e  sugli oltre cento  miliardi sottratti ogni anno all’erario dagli evasori fiscali, da parte dei non contribuenti italiani che la fanno sempre franca. Per non parlare di tutto quel denaro che finisce nei conti in Svizzera e nei tanti paradisi fiscali sparsi per il mondo. Nostri soldi. Tantissimi soldi,  che gli italiani furbi distraggono alla crescita del Paese e al welfare. Già, però sostengono i cattivisti con la svastica nel cuore, con il riscatto per Silvia finanziamo il terrorismo islamico. Quattro milioni di euro. Eh, sì, tutti con amici nell’intelligence, evidentemente. Tutti che hanno ricevuto la soffiata giusta sull’ammontare del presunto riscatto. ‘ E magari adesso Silvia si spartirà i soldi con i suoi rapitori e con quel bastardo islamico che l’ha messa incinta e poi se ne tornerà in Africa ‘.  Tutto già deciso, secondo loro. Come se avessero imparato a memoria la trama di un film d’azione. In effetti, devono aver visto troppa tv del gossip. Altrimenti non si spiegherebbe affatto,  questo pollaio da comari in calore che va avanti da due giorni  e parla con sicurezza pettegola di matrimoni e figli in arrivo. Perchè  certezze non ne ha nessuno, in questa vicenda, nemmeno su figli e matrimoni. Solo spifferi amplificati da certa politica, da certa stampa. Che poi, attenzione: qui nessuno dice che non si possa commentare, dubitare, esprimere pareri con garbo. La cosa immonda è l’odio gratuito, violento,  spruzzato in faccia alla famiglia Romano. Peccato che il dileggio, l’insulto , l’istigazione a gettare secchiate di melma, quando non accompagnati nemmeno da prove certe, siano un crimine. Poche storie. In conclusione, una bella giornata di festa nella tempesta del coronavirus, rovinata da un gruppo di conigli travestiti da avvoltoi. A tutti loro,  ci permettiamo di fare almeno una umile, semplicissima richiesta:   tornate alle vostre irrecuperabili vite fallimentari e lasciate in pace quella ragazza. Dimenticatela, per favore. Dimenticatela per sempre.