IL SINDACO SALA E LA RETORICA DELLA MILANO CHE LAVORA CONTRO QUELLA DEGLI APERITIVI

Il sindaco Sala incazzato, come ha detto lui, con la Milano degli aperitivi ai Navigli gli ha contrapposto la Milano che “deve lavorare”. La retorica della “Milano che lavora” contro la retorica della “Milano da bere ai Navigli”. Ma i problemi di Milano evidenziati dal Covid 19 non dipendono dai giovani pirla che si sono assembrati ai Navigli. Non è responsabilità loro la strage di anziani che c’è stata negli ospizi. Non hanno deciso loro di buttar via milioni di euro in un inutile ospedale Covid in zona Fiera invece di spenderli, per esempio, in tamponi per rintracciare i positivi e/o testare il personale sanitario a rischio. non dipende da loro l’incapacità di raccogliere dati come dio comanda per consentire così azioni appropriate a meno che non siano stati raccolti a cavolo proprio per non consentirle. Non sono loro il Presidente e gli amministratori della Regione Lombardia che di fronte all’evidente situazione lombarda che impone molto prudenza premono per forzare il governo a più aperture nella loro regione, le stesse aperture che poi hanno portato gente ai Navigli. Il Covid 19 doveva renderci migliori, per diventarlo ci ha anche regalato aria terza e panorami puliti. Sala e gli altri sindaci italiani dovrebbero spalancare le finestre dei loro uffici per respirare a pieni polmoni quell’aria nuova e volgere lo sguardo e i pensieri verso nuovi orizzonti. Iniziando a immaginare città diverse dove si pensa, si parla, si lavora, ci s’incontra, ci si muove in modo diverso rispetto al prima corona virus.