A PROPOSITO DI MALINDI E DI SILVIA ROMANO

A PROPOSITO DI MALINDI E DI SILVIA ROMANO

Sono stato tre volte a Malindi (Kenya). La prima per Edoardo Agnelli, le altre due per i latitanti della tangentopoli milanese. Ma so che è anche rifugio di molti “paracadutati” di Ostia. Praticamente c’è un’affollata comunità italiana, moltiplicata da quando si è insediato Briatore. Ricordo che si mangiano spaghetti con l’aragosta alla Malindina, si beve un caffè serio al Bar-Bar, una volta si faceva anche la schedina. Stavo sempre al White Elephant. La mattina, quando andavamo per la savana, trovavamo gli ospiti ballare l’hully gully, magari vestiti tutti di bianco se l’animatore lo imponeva, e la sera quando tornavamo stavano ancora tutti lì. Con un mare meraviglioso si era costretti al bagno in piscina (piena di cloro) per colpa delle alghe. Le “sciure” andavano ad aprire le ville e non di rado si vedevano mano nella mano in spiaggia con i poderosi guerrieri Masai, costretti a fare un pò i gladiatori come quelli che frequentano il Colosseo, insomma attrazione per turisti. Gli altri riempivano il locale Casinò e quando anch’io andavo, l’amico operatore si meravigliava che ero di casa…perchè in realtà erano sempre gli stessi.Naturalmente Silvia Romano non stava lì. Ma solo a qualche decina di chilometri. Non in capo al mondo. E per andare nel paradiso delle vacanze si passava proprio davanti al suo villaggio.