CORONAVIRUS, LOMBARDIA SEMPRE IN TESTA. DAL 18 SI RIPARTE TRA MILLE DUBBI

CORONAVIRUS, LOMBARDIA SEMPRE IN TESTA. DAL 18 SI RIPARTE TRA MILLE DUBBI

Dai dati diffusi dalla Protezione civile il rapporto tra nuovi positivi e tamponi effettuati è sceso sotto l’1,4% ma un nuovo caso su due è, ancora, in Lombardia. In Italia, oggi a tenere banco, è il decreto Rilancio che contiene diverse misure per far ripartire l’economia. Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, almeno 223.096 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2,con un incremento rispetto a ieri di 992 nuovi casi.  Secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University, nel mondo i casi sono più di 4,4 milioni, con oltre 300 mila morti con un incremento di 2.747 persone rispetto a ieri. Il numero totale di attualmente positivi è di 76.440, con una decrescita di 2.017 assistiti rispetto a ieri. Tra gli attualmente positivi, 855 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 38 pazienti rispetto a ieri. 11.453 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 719 pazienti rispetto a ieri. 64.132 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri i deceduti sono 262 e portano il totale a 31.368. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 115.288, con un incremento di 2.747 persone rispetto a ieri Sembrerebbe che il 25% della popolazione italiana, ovvero, 15 milioni di persone, ha riportato sintomi di tipo Covid-19 fra il 7 marzo e il 4 maggio e di questi, 8 milioni di persone potrebbero aver avuto la malattia, perché sintomi analoghi potrebbero essere dovuti ad altre forme influenzali. Lo indicano tre indagini Doxa condotte sul territorio nazionale sui sintomi correlati a Covid-19 e coordinate dall’Università Statale di Milano. I risultati sono pubblicati sul sito Scienza in rete, del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. È stato convocato per domani alle 12 un nuovo Consiglio dei ministri. Previsto nell stessa giornata  il vertice tra governo e regioni dal quale dovranno scaturire le linee guida indispensabili alle riaperture del 18 maggio. 1.100 persone sono rientrate in Italia tra ieri e oggi grazie al sostegno Farnesina e dalla sua rete, che hanno organizzato 16 voli speciali da Regno Unito, Belgio, Francia, Spagna, Repubblica Dominicana, Perù, Brasile, Argentina e Somalia. Dall’inizio dell’emergenza sono rientrati in Italia oltre 80mila connazionali da 117 Paesi, grazie a più di 750 operazioni aeree, marittime e terrestri. La Farnesina, con tutte le ambasciate e i consolati nel mondo, continua a lavorare incessantemente per garantire il rimpatrio dei cittadini italiani rimasti bloccati all’estero in piena sicurezza. Dal 18 maggio riaprono le attività commerciali. A Milano resteranno chiusi un terzo degli esercizi che da lunedì prossimo possono riaprire ma sceglieranno di restare chiusi. È questo il risultato di un sondaggio effettuato da Confcommercio Milano: solo il 65% ha intenzione di aprire.Percentuale che arriva al 100% in settori come arredamento, torrefazioni e gioiellerie (anche se il 18% di queste pensa a un orario ridotto), che sfiora il 97 nei negozi di abbigliamento, si ferma al 74% fra i professionisti. Latente è la conseguenza diretta dell’epidemia, sulla crisi del lavoro. Alcune grandi imprese annunciano ‘meno impiegati, più tecnologia’. Ma il problema del futuro non sarà che molte persone delle società industrializzate avranno difficoltà a trovare un posto di lavoro o lo perderanno temporaneamente per una crisi come il coronavirus. Il problema sarà che il lavoro stesso non esisterà più, buona parte dei posti di lavoro come li intendiamo oggi, semplicemente non esisteranno più. Questa sarà la vera crisi sociale, drammatica e spaventosa esplosione geopolitica da gestire.