IL MONDO HA BISOGNO DI «CATTIVE RAGAZZE» COME SILVIA ROMANO

Sergio Zanotti, Alessandro Sandrini, Luca Tacchetto. Sono i nomi di tre italiani sequestrati da terroristi islamici e liberati nell’ultimo anno previo pagamento di riscatto. Un imprenditore, un turista, uno all’avventura. Tutti in giro per il mondo. Tutti loro hanno raccontato di essere stati trattati bene dai loro rapitori. Nessuno ha protestato per il loro ritorno in libertà. Nessuno ha interrogato il loro stato d’animo, i loro vestiti, le loro scelte di vita. Nessuno ha rimproverato loro di non essere rimasti a casa. Come milioni di altri italiani torneranno a calcare le strade del mondo per lavoro, turismo e ogni altra ragione senza che nessuno si permetta di sindacare le loro scelte. Invece, Silvia Romano viene liberata e si scatena l’inferno. Ogni offesa, ogni volgarità, non vengono risparmiate a una giovane ragazza dopo 18 mesi di orrore. Perché? E’ evidente che Silvia Romano è un simbolo. Quello di un’Italia che guarda al mondo come casa comune, che vive l’altro, specie se fragile, ultimo, come un suo pari cui tendere la mano e rendere giustizia. Ai sovranisti, a quelli di “prima gli italiani”, agli ipocriti di “aiutiamoli a casa loro” questa Italia fa paura. E’ il loro grande nemico. La liberazione di Silvia Romano era evento massimamente auspicato. Esserci riusciti è un vanto del governo in carica e di Giuseppe Conte, premier che forze potenti tramano per scalzare e sostituire. Ogni azione vincente di Conte e del governo in carica deve sistematicamente essere denigrata e infangata. Anche a costo di denigrare e distruggere una giovane donna. Silvia Romano, a differenza degli altri sequestrati, è una donna. La sua maggior colpa è questa. Le “brave ragazze” restano a casa. Le ” brave ragazze non si mettono nei guai, non rischiano. Le “brave ragazze” non si interessano di politica e religione. Cose da uomini, che volete ne capiscano le donne? Vivono all’ombra dei loro guerrieri, votano come loro, credono in ciò in cui credono i loro uomini. La loro storia è già segnata. Figlie, spose, madri. Non scelgono perché per loro ogni scelta è già stata fatta. Ai poveri fanno l’elemosina, certo non condividono la loro vita. Mai e poi mai si innamorano di un “negro”. Vestono come piace ai loro signori di sempre. Sono le sequestrate di sempre nella prigione “dorata” per loro costruita da secoli. Anche per questo sono felice che Silvia Romano sia libera e provo ribrezzo per chi ne fa scempio. Spero abbia il tempo di respirare, curare le sue ferite, valutare liberamente le sue scelte di vita. Tornare, se vuole, a lanciare il suo cuore oltre il filo spinato di ogni egoismo. Il mondo ha bisogno di “cattive ragazze “. Per essere più civile e più libero.