MA IL LEGHISTA PAGANO NON SI E’ ANCORA DIMESSO

il Leghista Alessandro Pagano dà della terrorista a Silvia Romano, in parlamento. Ma è ancora al suo posto. A quando le dimissioni? Presumo mai, anche se proprio in queste ore è stata lanciata una petizione on line per chiedere la sua rimozione dall’incarico. E sì che Pagano è esperto nel richiedere le dimissioni altrui. Le ha invocate, ad esempio, per l’ex presidente della Regione Sicilia Crocetta, e tre anni fa per il sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo. Ma nè l’uno nè l’altro avevano insultato nessuno. Qui invece sì. Dare della neo terrorista islamica a Silvia Romano, in un’aula parlamentare è diffamazione, poche storie. Adesso: la famiglia Romano potrà scegliere se adire o meno per vie legali. Rimane che per molto meno in altri Paesi ci si dimette, eccome se ci si dimette. Per tesi di laurea copiate, o per una scappatella di troppo, tanto per dire. Non ci si dimette spontaneamente? Allora il segretario di partito, in questi casi, accompagnando il suo deputato alla porta gli direbbe: è stato bello ma il danno d’immagine che hai creato al nostro gruppo parlamentare è enorme. Il tuo incarico istituzionale richiede correttezza, non dimenticare che sei un rappresentante dello stato eletto dal popolo. Cose così. Cose logiche. Poi vedi il gestaccio del giorno dopo di un altro leghista, Belotti, stavolta supportato dai suoi colleghi di Fratelli D’Italia, un plateale ti faccio un culo tanto, accompagnato da mani larghe e distese rivolte al grillino Currò che aveva sottolineato la catastrofe sanitaria della regione Lombardia, e capisci che non c’è niente da fare. Capisci che dietro queste provocazioni capaci solo di alimentare odio, mancanza di rispetto e inciviltà, c’è una strategia ben precisa, come in effetti sostengono in molti: quella cioè di sfasciare il Paese, sia da parte del Carroccio che da parte di Fdi. Capisci insomma che il segretario della Lega nord non ha nessuna intenzione di chiedere le dimissioni di Pagano. Di più; non prende nemmeno le distanze per un’intemerata del genere. A quel punto ti rassegni a convivere con due partiti che, sempre a parere di molti, in un clima da guerra civile si impegnano tutti i giorni a gettare benzina sul fuoco. Piccola postilla. Pagano intanto ha chiesto scusa . Era un attacco al governo, dice. Ma evidentemente nessuno gli ha spiegato che, come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti. Sono pietre. Anzi, macigni. Ed è come se l’altro giorno lui ne avesse lanciato uno addosso alla povera Romano.