AUSCHWITZ NEGLI OCCHI DEL GIOVANE PIERO

AUSCHWITZ NEGLI OCCHI DEL GIOVANE PIERO

Quando Piero arrivò ad Auschwitz lo picchiarono. Poi lo separarono dalla famiglia. Lo spogliarono, gli rasarono la testa e gli diedero un numero. Trovatosi solo, chiese allora ad un altro dei deportati dove fossero finiti i suoi genitori. L’altro lo guardò, allungò il dito e gli disse: “Vedi quel fumo del camino? Sono già usciti da lì”. Noi, oggi, non riusciamo neanche ad immaginare cosa possa aver provato un ragazzo di 16 anni di fronte a parole come quelle. Sembra retorico dirlo, ma è vero: per quanto ci sforziamo, è quasi impossibile. Quella sensazione di dolore, terrore e disperazione che ti assale quando qualcuno che ti guarda ti dice non solo che chi amavi è morto. Che non esiste più. Ma che li hanno bruciati. E puoi “vederli” nel fumo di quel camino. No, non possiamo davvero immaginarla. E se noi oggi, nel 2019, abbiamo il “lusso” di non riuscire neanche ad immaginare tutto ciò, lo dobbiamo anche a persone come Piero Terracina, che è deceduto oggi a 91 anni. E’ infatti anche grazie al loro aver tenuto viva la memoria che la società non è di nuovo precipitata in quell’orrore di morte sistematizzata. Di terrore scientifico. Per questo, dunque, lo ringraziamo. Infinitamente. E lo salutiamo, oggi, per l’ultima volta. Che la terra ti sia lieve, Piero. Riposa in pace.