FASE DUE, TERZO GIORNO. ROMA BELLISSIMA

FASE DUE, TERZO GIORNO. ROMA BELLISSIMA

Oggi per tornare dall’agenzia ho preso una bici Jump e sono passato dal centro, perché senza turisti (forse) non le vedremo più le nostre città, e vale davvero la pena approfittarne. E in bici arrivi dappertutto, fai il giro di piazza Navona e fai la mezzaluna di Fontana di Trevi, miracolosamente vuota, senza nemmeno un Totò che te la vende. Trastevere senza americani e tedeschi con le birkenstock è un altro quartiere: addirittura bello. Cambia lo scenario attuale, ma anchequello futuro, man mano che pedali. Ristoratori, dovrete cambiare quei brutti menu incisi nel finto legno e scritti in tutte le lingue, e passare a dei sobri fogli di carta in italiano. Finti gelatai-riciclo di denaro sporco: potevate fregare qualche giapponese con quel pistacchio verde acceso, reso ancora più verde dalla luce al neon, ma mi sa che agli italiani non ne venderete uno. Aprire subito lavanderia. L’erba è cresciuta in mezzo ai sanpietrini, e certi scorci, se ti abbassi sulle ginocchia, sembrano prati. Tutto molto bello. Gente in giro? Pochissima (“tanto do’ vado?”) e prevalentemente con mascherina. Non credete a chi per fare sensazione vi dirà il contrario. Sono tornati fuori gli homeless, che nel lockdown erano chiusi, ma stavolta ci sono meno spicci in giro. E poi la fila fuori dal fornaio famoso, per fortuna aperto: “È lei l’ultimo?”, chiedo a un tizio. “No, mo’ sei te”.