MUSTAFA AL KHADIMI È IL NUOVO PREMIER DELL’IRAQ

MUSTAFA AL KHADIMI È IL NUOVO PREMIER DELL’IRAQ

Pragmatico, ex responsabile dell’intelligence, è atteso da una lunga marcia con tante insidie. Crisi economica, tensioni sociali, contestazioni per corruzione e mancanza di servizi, violenza, settarismo, mancanza di fiducia verso le istituzioni. E sullo sfondo l’azione continua dello Stato Islamico, enfatizzata da attacchi, guerriglia e omicidi. Al Khadimi, come sottolineano i media, ha un vantaggio: ha ottimi rapporti con gli Usa ed è ben accetto anche dall’Iran, ossia dai due principali attori esterni, ma rilevanti nelle dinamiche interne. Interessante, a questo proposito, l’analisi del quotidiano egiziano al Ahram: «Il nuovo governo iracheno appena insediato ha di fronte una sfida importante: la salvaguardia dei rapporti strategici con Washington, senza sconfessare i rapporti con Teheran…Il negoziato Washington-Baghdad, programmato per il prossimo giugno, sarà fondamentale per ridisegnare il futuro delle relazioni tra i due paesi… Non solo, ma anche per la riuscita nella lotta contro il terrorismo jihadista». A nessuno sfugge che i seguaci del Califfo hanno ripreso terreno sfruttando gli spazi in un quadrante instabile, segnato da errori del vecchio esecutivo e dal ripiegamento delle truppe occidentali. Dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani è partita una campagna per chiedere il ritiro totale delle forze statunitensi. Inoltre le fazioni manovrate dall’Iran hanno proseguito con le provocazioni armate. I fatti, però, hanno dimostrato che per ora Bagdad ha bisogno del supporto degli Usa per contenere la spinta dei jihadisti e al tempo stesso non può permettersi di tagliare il cordone ombelicale con gli ayatollah iraniani.Perdonate se mi ripeto: in Medio Oriente nulla è facile, nulla è netto, contano le sfumature.(mio contributo per Corsera/digital rassegna stampa)