CORONAVIRUS. IL 3 GIUGNO NELLA UE LIBERI TUTTI. QUANTI TURISTI ASINTOMATICI VERRANNO IN ITALIA?

CORONAVIRUS. IL 3 GIUGNO NELLA UE LIBERI TUTTI. QUANTI TURISTI ASINTOMATICI VERRANNO IN ITALIA?

Ce lo hanno detto sotto voce, come cosa di secondaria importanza. Prima quello che conta. Il 3 di giugno, se tutto va bene, potremo muoverci tra regione e regione. Poi, dulcis in fundo (o in cauda venenum?)…anche dalla Ue, si potrà venire in Italia. Precisano le istituzione che è per non rovinare il nostro turismo. Giusto, lo sospettavamo. Le agenzie riportano anche qualche dettaglio in più. Per i nostri turisti in entrata. nessun intralcio: né autocertificazione, né quarantena, che se per due settimane dovevi stare rinchiuso che ci venivi a fare? L’Europa magari non ce lo chiede, ma ce lo concede e noi ci buttiamo a pesce. Pare che non tutti agiscano nell’identico modo. La Spagna avrebbe detto ai suoi cittadini che se si spostano indietro non è garantito che si torni. Macron, che sembra non aver gradito la nostra mossa, chiede omogeneità a livello europeo. Comunque noi precisiamo che non si potrà andare nelle zone rosse. E chi ci andrebbe mai? Il punto è conoscerle per tempo. Per il momento facciamo un poco di conti. Quanta gente arriverà? E soprattutto, quanti di loro potrebbero essere infetti? Il nocciolo duro, come ci dicono i dati, saranno i tedeschi. E, tanto per essere chiari, è stato il timore di perderli per quest’anno e magari per sempre, che ci ha reso più “aperti”. Già si sentiva dire di agenzie di viaggio teutoniche con lo sguardo rivolto alle meno contagiate Croazia e Grecia. Bisognava reagire in fretta. Se dovessimo fare un passo indietro lo si potrà fare più avanti. Dicevamo, quanti tedeschi. La sola buona novella è che i tedeschi hanno la bella abitudine di scaglionare le vacanze. Già, “scaglionamento” è un termine in uso da quelle parti in tempi non sospetti. Due settimane in vacanza da una regione, altre due settimane da un’altra e così via a rotazione. Magari si poteva inventare qualcosa di simile anche dalle nostre parti, negli ultimi tempi, anziché baloccarci con criteri selettivi come i congiunti e gli affetti stabili. Resta il fatto che, tutti interi o a spezzatino, nrgli anni passati, ogni anno, qualche milioncino dei loro (di norma più di 10) ci sono venuti a visitare, per molto o per poco tempo. Vale a dire il 10-15% della loro popolazione, più o meno. Teniamo presente che oggi i contagiati “ufficiali”, in Germania sono un po’ meno del 2 per mille della popolazione (quasi 180mila). Dunque, stando alla media, quelli reali sarebbero 4-5 volte tanti e tra di loro gli asintomatici potrebbero essere la metà. Siamo a qualche centinaio di migliaia. Diciamo 3 o 4, ma non prendeteci alla lettera, mica abbiamo i potenti mezzi di alcuni scienziati che ci azzeccano (quasi) sempre. Aggiungiamo che, se venisse in Italia la solita percentuale di popolazione,  sarebbe possibile stimare l’arrivo di 40/50mila asintomatici tedeschi. Naturalmente abbiamo usato il condizionale. Il numero sicuramente eccede di molto la portata reale del fenomeno. Solo una piccola parte di coloro che sarebbero venuti negli scorsi anni replicheranno la loro scelta, viste le condizioni, le misure restrittive ovunque, l’immagine di un’Italia super infetta e magari un poco di ricchezza in meno pure da quelle parti. Ma alla fine dei conti qualche migliaio di asintomatici in arrivo (2 ?, 5 ?, 10mila ?), senza particolari filtri, non li potremo evitare. Anche perché finora abiamo soltanto conteggiato i tedeschi, ma anche qualche francese, olandese, scandinavo, potrebbe avere voglia di venirci a trovare. Problemi ce ne potrebbero essere parecchi se nel frattempo il virus non si spegne. D’altronde, ancora una volta, sull’altro piatto della bilancia c’è il crollo di un asse portante della nostra economia come il turismo. Purtroppo il virus ama viaggiare. Già nelle settimana pre-lockdown le regioni che si erano maggiormente arricchite di contagi, nel week end, erano quelle dei lombardi in vacanza (Trentino, Val d’Aosta, Riviera di Ponente). Il rischio oggi è innegabile. Per evitarlo ci vorrebbe un chiaro peggioramento della situazione sanitaria entro il 3 giugno che ci costringesse ad un dietrofront e nessuno se lo augura. Oppure qualche filtro in entrata, ma allora il flusso si potrebbe azzerare a danno del nostro turismo. Non c’è che dire, siamo tra l’incudine e il martello. Il simbolo della Repubblica, che festeggeremo il 2 di giugno, è una stella. Speriamo che ci aiuti.