STACCATE LE MACCHINE, IL PICCOLO ALFIE RESPIRA ANCORA

STACCATE LE MACCHINE, IL PICCOLO ALFIE RESPIRA ANCORA

Qui Liverpool ci interessa non per la partita della Roma, ma per il caso del piccolo Alfie di quasi due anni, malatissimo e tenuto in vita dalle macchine, che i tribunali inglesi ed europei vogliono far morire staccando – come si dice – la spina, e che i genitori, la Chiesa e il governo italiano invece vogliono far vivere il più possibile, senza che si ponga fine alle cure. Davanti all’Alder Hey Children’s Hospital and Charity di Liverpool ci sono duecento manifestanti che gridano in favore della salvezza del bambino. Il padre di Alfie, Thomas Evans, ogni tanto esce dall’ospedale e parla con loro. È un uomo giovane. Si tratta di una coppia di ventenni che ha messo al mondo questo bambino sfortunato. •C’è una speranza di salvarlo oppure no?No, i medici sono certi che la malattia porterà alla morte, anche se non sanno dire di che male si tratti. Paul Hayden, il giudice dell’Alta corte di Manchester, competente per il caso, ha ordinato di staccare la spina e lunedì sera la spina è stata staccata. È una decisione condivisa da altre due corti inglesi e dalla corte europea. Sorprendentemente, però, tra le braccia della mamma Kate, il bambino ha continuato a respirare. Undici ore dopo respirava ancora. I medici hanno deciso allora di riattaccare il ventilatore che aiuta i polmoni del piccolo. Il giudice Hayden ha a sua volta convocato le parti che si sono presentate a Manchester ieri pomeriggio. I genitori volevano il permesso di portare Alfie in Italia. Hayden ha risposto di no, ma ha chiesto ai medici di valutare se, entro due o tre giorni, non sarebbe possibile rimandare a casa, con il suo papà e la sua mamma, il bambino. I medici decideranno. •Qual è la parte italiana della vicenda?L’ospedale Bambin Gesù di Roma si è offerto di continuare a curare Alfie, nel caso a Liverpool si fosse proceduto al distacco della spina. Gli inglesi non se ne sono dati per intesi. Per rendere più forte la loro richiesta, il governo italiano – deciso in questo caso a schierarsi con la Chiesa cattolica – ha concesso la cittadinanza ad Alfie. La pratica è stata perfezionata ieri da una riunione del consiglio dei ministri e dal parere favorevole del presidente Mattarella, tutti adempimenti indispensabili. La responsabile politica dell’iniziativa va attribuita al ministro degli Esteri, Alfano, e al ministro degli Interni, Minniti. È in realtà poco più che propaganda: Alfie poteva essere portato a Roma anche senza questo gesto, e il giudice Hayden ha dato sul punto una risposta esemplare e molto poco burocratica: «Alfie è un cittadino britannico, è indubitabilmente un residente abituale del Regno Unito e cade perciò sotto la giurisdizione dei tribunali britannici». La via per ottenere quello che i genitori vogliono non è questa. •Il Papa?Mercoledì scorso ha ricevuto in udienza Thomas Evans. Ha rilasciato sul caso due dichiarazioni prudenti, in tempi diversi. Un tweet del 4 aprile: «È la mia sincera speranza che possa essere fatto tutto il necessario per continuare ad accompagnare con compassione il piccolo Alfie Evans e che la profonda sofferenza dei suoi genitori possa essere ascoltata. Prego per Alfie, per la sua famiglia e per tutte le persone coinvolte». Nessun accanimento teologico, come vede. Domenica scorsa, al termine del Regina Coeli, ha detto: «Affido alla vostra preghiera le persone, come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari. Sono situazioni delicate, molto dolorose e complesse. Preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita». La diocesi di Liverpool ha pubblicato una lettera in cui dichiara di non ritenere opportuno un intervento, dato che gli Evans non sono cattolici. Uno sbaglio, dato che papà Thomas, invece, è proprio cattolico. •Il ventilatore toglie dignità ad Alfie?Il giudice Hayden, a un certo punto, è andato a vedere di persona. Uscito dall’ospedale ha dichiarato che il bambino era trattato nel migliore dei modi, intorno a lui stavano persone piene d’amore. «L’atmosfera intorno ad Alfie era di pace e dignità e – so che potrebbe sembrare sorprendente che lo dica io – molto felice. Il motore principale per tutto questo è la mamma di Alfie. Il mio giudizio è che la sua vita ha vera dignità”. E, infine, concludeva: «La domanda molto più difficile è come possa essere mantenuta, questa dignità». •Lei ha detto che questo male è misterioso. Qualcosa tuttavia si sarà capito.Poco o niente. I medici hanno scritto: «parologia ad eziologia indeterminata, fortemente invalidante, con grave danno cerebrale e prognosi infausta». Non c’è neanche un nome per il morbo che sta uccidendo il bambino. I medici usano l’espressione «malattia di Alfie».