ANTONIO INGROIA: IO VOTO ARANCIONE.

ANTONIO INGROIA: IO VOTO ARANCIONE.

Facciamo un gioco di fantapolitica. Più di politica che di fantasia. Stasera Renzi vince le primarie. Bersani le perde. Come hanno avvertito nei mesi scorsi molti degli uomini vicini al segretario del Pd, una prospettiva del genere manderebbe all’aria i Democratici. Ma già cosi, gli equilibri sono saltati completamente. Comunque vada Renzi passerà all’incasso  domani mattina. E allora il rischio spaccatura è molto più concreto di quel che sembri. Un’anima divisa in due, il Pd. Ma intanto nella società civile, nei delusi di sinistra, nei progressisti, qualcosa si muove da almeno un anno. Dai tempi di De Magistris sindaco di Napoli, di Pisapia sindaco di Milano, di Doria sindaco di Genova. Soprattutto dai tempi  dei referendum sull’acqua pubblica e contro il nucleare: giugno 2011. Un movimento che ha lavorato sottotraccia per una ventina di mesi e che ora sta vedendo la luce, raggruppato sotto la sigla Alba. Acronimo di Alleanza lavoro, beni comuni, ambiente. Nome brutto che ricorda l’Alba dorata dei nazifascisti greci. Meglio lista arancione, che finora è stata sinonimo di trionfi elettorali. Manca ancora una guida.  Antonio Ingroia però, e con lui il sindaco di napoli Luigi De Magistris, proprio ieri nell’assemblea di Roma ha detto che ci penserà. Il noto magistrato antimafia, l’allievo prediletto  di Falcone e Borsellino, è molto tentato.  Se non è una scelta definitiva  di entrare in politica, la sua , poco ci manca.  Al gruppo, un magma in formazione, guardano con interesse Pdci, Rifondazione, la Fiom. E poi giovani, disoccupati, intellettuali, professionisti illuminati,  persone oneste. Cioè tutti coloro i quali in questi venti anni  sono stati accompagnati ai margini della società italiana. Gente amareggiata dalla politica. che molto probabilmente non avrebbe votato alle elezioni 2013. Ad istinto un movimento  che potrebbe tranquillamente  raccogliere il 15 per cento dei consensi. Gli arancioni stanno bruciando le tappe della fase organizzativa. E se stasera Renzi soffierà sulla nuca di Bersani, o lo supererà addirittura di un’incollatura, allora i tempi per la nascita ufficiale di questo nuovo movimento che occuperebbe gli spazi lasciati liberi dal centro sinistra, sarebbero ancora più brevi. Il programma degli arancioni è chiaro e concreto, tutto teso in favore del lavoro, delle classi sociali più deboli, dell’ambiente, dello stato sociale, e contro le scriteriate politiche liberiste  della Troika, che hanno affamato L’Europa . Vendola che farà? Molto probabilmente,  in una situazione complicata e ambigua all’interno del Pd, potrebbe voltarsi proprio verso gli Arancioni. E lo stesso Pd bersaniano, quello delle sezioni di partito, sarebbe molto più contento di stringere l’alleanza con gli Arancioni che con Casini, formando cosi un solido  blocco della società civile. Tremano  i 5 stelle. Il partito di Grillo sa che un movimento nato dalla base del Paese, eroderebbe molti dei consensi dei grillini. E sbiancano anche  i poteri forti della Bce, dell’Fmi. Erano convinti che nel caos politico italiano avrebbero avuto partita facile a far rieleggere Mario Monti. Domani non saranno più cosi tanto sicuri. Anzi, già adesso non lo sono più  per niente.