JOE LANDSALE PREMIATO A CATTOLICA RICORDANDO LO SCRITTORE ITALIANO ANDREA PINKETTS

JOE LANDSALE PREMIATO A CATTOLICA RICORDANDO LO SCRITTORE ITALIANO ANDREA PINKETTS

Decine di romanzi, duecento racconti. E sceneggiature per il cinema, fumetti, testi per la tv. Romanzi noir, come quelli che vedono protagonisti i due detectiveHap e Leonard: rissosi, ironici, teneri, uno bianco e uno nero, uno etero e uno gay. Ma amici, e con un forte senso della giustizia. Romanzi horror, come la Trilogia di “Drive-in”. Titoli come “Il lato oscuro dell’anima”. Li ha scritti tutti lui. Joe Lansdale, 68 anni, robusto signore texano esperto di arti marziali, è uno degli scrittori americani più prolifici e fortunati. Lo hanno paragonato a Stephen King, ma lui preferisce sentirsi Lansdale; hanno notato che Quentin Tarantino potrebbe aver attinto alle sue atmosfere, ma lui non se ne cura troppo. Tira dritto per la sua strada. Una strada fortunata, peraltro. Vende moltissimo, soprattutto in Italia: il nostro paese è il suo secondo mercato dopo gli Stati Uniti. Grazie anche alla cura delle traduzioni dei suoi libri, realizzate da Seba Pezzani, musicista, giornalista, scrittore e – più che traduttore – complice di Lansdale, al quale lo lega un’amicizia ventennale. Quando raggiungiamo Lansdale, Seba è al suo fianco: traduce premurosamente l’inglese, già piuttosto chiaro, di Lansdale. E hai l’impressione che saprebbe rispondere perfettamente anche se l’amico americano si dissolvesse, o andasse al mare a prendere il sole. Il sole. Siamo a Cattolica, al Mystfest, dove Lansdale ha ritirato ieri il premio intitolato ad Andrea G. Pinketts, in una serata di commemorazione dello scrittore scomparso lo scorso dicembre. Fra poche ore, invece, questo pomeriggio, Lansdale sarà a Firenze, nel parco di Villa Bardini alle 18.30, per un dialogo a tre voci con Seba Pezzani e con Lewis Shiner, autore del romanzo “Black & White”. Iniziamo dal festival che lo ospita. Mr. Lansdale, a Cattolica riceve un premio intitolato ad Andrea Pinketts. Lo conosceva?“Sì, ci siamo incontrati diverse volte in Italia. Sentivo di avere davanti qualcuno con una grande personalità, e con un grande sense of humour”. L’Italia è il paese in cui ha più successo, dopo gli Stati Uniti. Ha seguito la vicenda che occupa le prime pagine di tutti i giornali, lo sbarco della Sea Watch? Quale idea si è fatta?“La mia idea è molto semplice: capisco che ci debba essere un controllo dei confini. Ma questo non ci dà il permesso di perdere di vista gli esseri umani. Chi è in difficoltà, in situazione di bisogno e di pericolo, va aiutato”. Lei non ha mai nascosto i suoi sentimenti democratici. Vede in Italia, oggi, una deriva razzista?“Credo che l’Italia sia diventata più razzista. Ma questo sentimento, che detesto, è enormemente cresciuto in tutto il mondo. E fra i paesi in cui è cresciuto il razzismo, metto anche gli Stati Uniti”. Ci sono autori italiani che conosce, e apprezza?“Mi hanno colpito molto Niccolò Ammaniti, l’autore di “Io non ho paura”, e Massimo Carlotto”. Trump non le desta, diciamo così, particolari simpatie. Ma si è spiegato perché è stato eletto? E pensa che riaccadrà, che otterrà un secondo mandato come presidente Usa?“Potrebbe vincere di nuovo, sì. E molto dipende dal martellamento di Fox News, il canale televisivo che ha portato agli americani una visione del mondo a senso unico. Una tv di propaganda, diventata il canale di Trump”. Nei suoi libri si fondono diversi generi letterari “popolari”, dall’horror alla fantascienza al fumetto. Quali sono i suoi modelli letterari?“Non ho mai fatto distinzioni fra generi ‘alti’ o ‘bassi’, fra stili eleganti o popolari. Ho letto James Cain – l’autore del ‘Postino suona sempre due volte’ –, Raymond Chandler, Faulkner, Hemingway, Steinbeck. Ma anche scrittori di fantascienza, e fumetti. Tanti fumetti: è con i fumetti che ho imparato a leggere. Mio padre era analfabeta, mia madre non aveva una grandissima istruzione: però i miei genitori mi hanno incoraggiato a leggere. E non essendoci una gran biblioteca in casa, divoravo fumetti. Negli anni Cinquanta, per molte persone il fumetto era il male. Per fortuna i miei genitori non la pensavano così, se no non sarei mai diventato Lansdale”. Batman ricorre nella sua vita professionale. Ha scritto fumetti, sceneggiature per serie tv e per film di animazione con Batman. Che cosa ama del personaggio?“Batman mi piace perché incorpora tutti gli elementi della fantascienza, dell’horror, della detective story. Ma soprattutto mi piace perché non è invincibile, perché è sì un supereroe, ma un supereroe molto vulnerabile”.