A PROPOSITO DI NAZIONALITÀ E CITTADINANZA

A PROPOSITO DI NAZIONALITÀ E CITTADINANZA

Certo, nel 1933, quando mio nonno impiegava sei ore di cammino per arrivare ad Alba, quando il viaggio in nave per gli Usa durava mesi, ma anche nel 1957 o nel1964, le parole di Sallusti sul Giornale di oggi potevano avere senso. «Ma manteniamo i distinguo tra «nazionalità» e «cittadinanza» che non sono per nulla sinonimi. La nazionalità infatti definisce l’appartenenza a una comunità per storia, tradizione, religione, cultura e lingua mentre la cittadinanza è la condizione giuridica di una persona alla quale lo Stato riconosce la pienezza dei diritti giuridici e civili attivi e passivi. Tanto è vero che chiunque può avere doppie o anche triple cittadinanze ma una sola nazionalità che il più delle volte coincide con il luogo di nascita o di origine della famiglia e che semmai può cambiare solo con il passare delle generazioni, come è successo agli immigrati italiani in America». Come definire invece oggi «l’appartenenza a una comunità per storia, tradizione, religione, cultura e lingua», quando a dodici anni i ragazzi parlano tre lingue, discutiamo trasversalmente in gruppi d’interesse su internet con australiani, newyorkesi, lapponi, le tradizioni e le culture si mescolano in ogni città, in ogni piccolo paese, con 300 euro e sei ore di volo – il tempo, sola andata, che mio nonno impiegava con il carro dal suo paese ad Alba – cambiamo continente?