DON PIETRO PAPPAGALLO E GIOACCHINO GESMUNDO, DUE MARTIRI DELLE FOSSE ARDEATINE
Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, un prete e un professore di Terlizzi, come tanti emigrati a Roma. Due persone in vita impegnate ad aiutare i poveri, i fuori sede, i perseguitati dal fascismo in un’epoca in cui essere dalla parte sbagliata aveva un prezzo. Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo poi monumento a Terlizzi, lapide a Roma. Perché il prete e il professore sono morti. Ammazzati il 24 marzo 1944 insieme a 333 innocenti, colpevoli solo di essere dalla parte sbagliata. Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, due martiri delle Fosse Ardeatine. Dei loro corpi oggi rimane un pezzo di bronzo e qualche pietra. Delle loro vite resta per sempre l’insegnamento e il valore di una scelta: essere liberi al prezzo della libertà, difendere l’umanità al prezzo della vita. A noi dopo 75 anni resta il dovere di essere pietre vive per ricordare perché sono morti e l’impegno affinché non si ripeta più. Con nessuno, mai. Perché ciò che è accaduto una volta, può accadere ancora.
