RITORSIONI A CATENA TRA MOSCA E WASHINGTON; TRUMP SPIAZZATO

Reazioni a catena tra Russia e Stati Uniti. La chiamano guerra di spie ma, almeno stando ai comunicati ufficiali, non risulta che ci siano dei morti. Le prime mosse le fece Obama, ai tempi delle sanzioni. Dopo di che “ridimensionamenti” a rotta di collo proprio nell’ultimo anno, Trump regnante.Prima Mosca, in luglio, riduce a 455 i diplomatici Usa in casa propria, adeguandosi a quanto fecero oltreoceano.Adesso Washington “ridimensiona” chiudendo il Consolato russo a San Francisco, lasciando intravvedere che non sarà l’ultimo della serie. Peraltro da Mosca la contromossa è scontata “Reagiremo”.“Ridimensioneranno” nuovamente anche loro.Al di fuori degli ambiti e dei codici diplomatici si parla di ritorsioni. Trump spiazzato, la strategia del disgelo con Mosca rischia di evaporare, grazie alle code di provvedimenti iniziati da Obama, cui venne data sventurata risposta, e perseguiti in massa da ambo le parti (parlamentari statunitensi repubblicani compresi) in tempi più recenti. Mandando allo sbaraglio proprio quel Tillerson da più parti mal visto in quanto troppo amico di Putin. Paradossi che fanno male a Donald preso a tenaglia: da un lato l’accusa di avere flirtato con Mosca ai tempi del Russiagate, dall’altro il precipitare delle relazioni con Putin a livelli da guerra fredda. Solo qualche segnale da Vladimir, relativo alla auspicabile collaborazione sul caso coreano. Sempre che sia fredda e soltanto fredda questa guerra.La concatenazione di ambasciatori russi morti di recente, di morte apparentemente naturale (4 in 8 mesi) ha scatenato la fantasia dei dietrologhi.Per ora, fortunatamente, solamente la loro.